Con la morte di Gianroberto, il Movimento 5 Stelle cambia. Nonostante l’eredità consegnata al figlio Davide Casaleggio

La morte di Gianroberto Casaleggio ha scosso il Movimento 5 Stelle. Il figlio Davide raccoglie l'eredità. Ma ecco cosa potrebbe cambiare ora.

La morte di Gianroberto Casaleggio ha scosso il Movimento 5 Stelle. Provocando una domanda tra gli osservatori: “E ora?”. La scomparsa dell’ideologo del M5S è arrivata proprio alla vigilia di appuntamenti fondamentali come il voto alla Camera sulle riforme istituzionali e il referendum anti-trivelle di domenica 17 aprile. Senza dimenticare le elezioni comunali, che a Roma vedono la pentastellata Virginia Raggi grande favorita. Certo, la malattia di Gianroberto Casaleggio ha permesso di pensare a una strategia politica. e c’era stata già l’investitura informale del figlio Davide, che da tempo svolge un ruolo attivo. Perciò di sicuro assumerà la guida, sfruttando anche la volontà di Beppe Grillo di fare altri passi laterali. Il comico vuole tornare a fare il suo vero lavoro: la morte dell’amico Gianroberto è un duro colpo anche affettivo. Così, inevitabilmente, il Movimento 5 Stelle diventerebbe sempre più un partito con dinamiche interne tradizionali.

Questione di carisma?
Davide Casaleggio
, 40 anni, è stato quindi designato come erede. “La successione era scontata”, spiegano in ambienti parlamentari. Ma c’è un dubbio: riuscirà ad avere lo stesso carisma del padre? Che piacesse o meno, infatti, Gianroberto aveva una visione della politica e della società, trasmessa al Movimento 5 Stelle e ai suoi rappresentanti. Tra i parlamentari le bocche restano cucite. Il dolore è sincero e non c’è una grande voglia di parlare del futuro. Ma già in passato, quando la successione era nota, serpeggiava un dubbio: “Chissà se Davide Casaleggio riuscirà ad avere lo stesso carisma”. E così potrebbe esserci una “guerra tra bande”, spiega un ex 5 Stelle che conosce le dinamiche interne.

Campani e romani
Tra i componenti del direttorio gli interlocutori principali figurano il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, e il presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico. Proprio l’asse campano dovrebbe accrescere il peso nella struttura pentastellata, sfruttando una corsia privilegiata di dialogo. Semmai dovesse davvero crearsi. Dall’altra parte, però, c’è Alessandro Di Battista, che resta uno dei volti più mediatici del M5S. È lui che guida l’ala “romana”, in cui figura la prima capogruppo della legislatura alla Camera, Roberta Lombardi. A Roma “Dibba” sta facendo da traino alla crescita di consensi di Raggi. E l’eventuale conquista del Campidoglio sarebbe pure un successo personale, che renderebbe Di Battista sempre più indispensabile. Dunque tra le ambizioni personali, negate in pubblico ma coltivate in privato, potrebbe arrivare il germoglio delle divisioni. Che Gianroberto Casaleggio teneva a bada con il suo ascendente. Ma che il figlio Davide potrebbe non esercitare sulla pattuglia parlamentare.