A volte ritornano. L’ipotesi di ridurre il canone Rai è un cavallo di battaglia della Lega, con Matteo Salvini che in campagna elettorale aveva addirittura promesso di cancellarlo. Le cose sono cambiate, ma ora il suo partito torna a proporre un taglio dell’importo per le famiglie, che passerebbe da 90 a 70 euro l’anno.
La Lega ha infatti segnalato, tra i suoi emendamenti in Manovra, quello che propone una riduzione di 20 euro del canone Rai per il 2026. Sarebbe un ritorno a quanto fatto nel 2024, con una misura che è stata poi abrogata, riportando dal 2025 il canone Rai a 90 euro annui. L’intenzione è proprio di ripristinare quella norma, facendola valere per il 2026.
Il canone, ricordiamo, deve essere pagato da chiunque detenga un apparecchio televisivo. Si paga con addebito diretto sulla bolletta elettrica: sono previste 10 rate mensili, da gennaio a ottobre. Ma cosa succederà al canone Rai nel 2026? Cosa propone la Lega e quante possibilità ci sono che venga realmente ridotto?
Taglio del canone Rai, cosa prevede la proposta della Lega
L’idea del partito di Salvini è quella di tornare al 2024, quando il taglio da 90 a 70 euro è stato introdotto. Ma, poi, questa riduzione si è dimostrata insostenibile e nel 2025 si è quindi tornati ai 90 euro annui. Ora la Lega ci riprova, chiedendo nuovamente una riduzione di 20 euro. Per metterla in pratica, servirebbero 430 milioni di euro, che il Carroccio punta a prendere attraverso la riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.
Lo scontro politico: quante possibilità ci sono che il taglio arrivi davvero?
Le possibilità di un taglio reale del canone Rai nel 2026 sembrano essere poche. E a spiegare il perché è il capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri, secondo il quale l’attuale importo del canone andrebbe “mantenuto per un equilibrio di mercato”.
Gasparri ricorda, infatti, che quando il canone è stato ridotto a 70 euro “la Rai è stata risarcita con risorse del Tesoro e quindi dei cittadini, è una partita di giro che non serve a niente”. Per il senatore azzurro la Rai ha bisogno di “certezze di risorse”, come prevede anche l’European Media Freedom Act: per questa ragione Gasparri ritiene che l’emendamento “non è in linea” con la direttiva Ue.
La proposta della Lega viene contrastata anche dal sindacato Rai Unirai, ritenuto morbido con la maggioranza di governo: l’ipotesi di una riduzione, spiega la sigla, rischia di “compromettere la stabilità finanziaria dell’azienda”. Tanto la posizione di Forza Italia quanto quella di Unirai mostrano che un reale taglio del canone è tutt’altro che semplice. In maggioranza nessuno sembra favorevole e anche in Rai l’idea non piace. Tanto più dopo il tentativo del 2024 che si è dimostrato un completo fallimento. Insomma, è probabile che il canone Rai resti di 90 euro anche per il 2026.