Paola Muraro va via e salva Berdini “a sua insaputa”: la poltrona che la Raggi voleva far saltare, era la sua

A inizio settimana era pronta l’espulsione del titolare all’Urbanistica. Ma i nomi in bilico restano: nel mirino della Raggi gli esterni Berdini e Bergamo

Ha resistito finché ha potuto, ma alla fine Paola Muraro è diventata indifendibile. Anche per la sindaca Virginia Raggi che, dinanzi all’avvisto di garanzia recapitato all’assessora all’Ambiente, non ha potuto più procrastinare dimissioni diventate a questo punto inevitabili. Ecco, evitabile forse sarebbe potuto essere il video in nottata che, gioco forza, si è subito trasformato in oggetto sadico per youtubers e smanettoni web che ci hanno ricamato in miriadi di fake e prese in giro. Ma la partita, con le dimissioni della Muraro, potrebbero cambiare radicalmente le strategie della Raggi o solo ritardarle. Per capirne il motivo, in questa fiction senza fine dei 5 Stelle al Campidoglio, bisogna fare un altro nome, quello di Paolo Berdini.

Colpo di teatro – Secondo quanto risulta a La Notizia, infatti, non erano solo voci quelle di una sua “espulsione” dalla giunta. “Era già tutto deciso – ci dice un pentastellato capitolino – la sindaca doveva riprendere le deleghe di Berdini o lunedì o al massimo martedì”. Anche la tempistica conta, in questo caso: l’obiettivo dei pentastellati era semplicemente quello di sperare che il caos nazionale oscurasse la vicenda romana, così da non “meritare” prime pagine. Un dubbio che, peraltro, resta anche per la scelta di comunicare solo a notte fonda lunedì le dimissioni della Muraro.

Nomi caldi – Ma il retroscena non finisce qui. “Era già pronto anche il nome per sostituire Berdini”. E qui le bocche si fanno più che cucite. Ma La Notizia è in grado di fornire i due nomi che giravano nei corridoi di Palazzo Senatorio. Uno è quello di Emanuele Montini, in passato nel tavolo M5S per l’urbanistica e, soprattutto, uomo fidato del vicesindaco Daniele Frongia, senza dimenticare che è stato anche a capo del legislativo del gruppo M5S alla Camera. C’è poi il nome dell’architetto Giacomo Giujusa, attualmente assessore all’Ambiente dell’XI Municipio ed ex assistente parlamentare di Stefano Vignaroli. Vedremo, certo è – ci dicono – che la scelta potrebbe ricadere, nel caso in cui si insistesse sulla strada del “Berdini out”, su un assistente parlamentare che si è occupato di infrastrutture e lavori pubblici. Il perché? Prendere persone competenti, ma questa volta rigoramente interne al Movimento.

Cambio di passo – E qui arriviamo a un altro particolare che La Notizia è in grado di svelare. “In giunta e maggioranza – ci dicono – ci sono parecchie frizioni tra ‘interni’ ed ‘esterni’. La scelta iniziale di nominare esterni si è rivelata sbagliata, in teoria e nella prassi”. C’è forte malumore, si vocifera, perché spesso gli assessori esterni si muovono senza nemmeno confrontarsi con i consiglieri pentastellati. E sarebbe proprio per questo motivo che Berdini è finito nell’occhio del ciclone, dopo le uscite su Olimpiadi (su cui Berdini non ha mai chiuso definitivamente, come poi fatto dalla Raggi) e stadio della Roma (la partita aperta, qui, è sulle cubature). Senza dimenticare l’attacco diretto al convegno dell’Ance (“Roma è ferma”, disse l’assessore).

E arriviamo al punto. Non c’è solo Berdini tra gli assessori a rischio, ma anche l’altro “esterno”, cioè Luca Bergamo, responsabile della cultura capitolina. “I rapporti tra Bergamo e la capogruppo Cultura, Eleonora Guadagno, sono ridotti all’osso”, ci dice una fonte ben informata. A riprova del fatto che anche nell’ambito cultura, i malumori non sono affatto pochi. Ancora presto, qui, per dire chi potrebbe, nel caso di un’ennesima inaspettata fuoriuscita, il posto di Bergamo. I pentastellati, però, sono certi di un punto: dopo le passate esperienze anche al Bilancio (a proposito: dicono che Andrea Mazzillo stia andando come una scheggia e in sintonia con giunta e maggioranza. Ed è un interno, non a caso), si andrà a pescare tra i fidati del Movimento. Ma ora è tutto fermo. Ci ha pensato l’avviso di garanzia e le conseguenti inevitabili dimissioni della Muraro a congelare tutto e tutti al Campidoglio. Paolo Berdini e Luca Bergamo possono dormire sonni tranquilli. Almeno per ora.