Caos Pd, parla Ginefra (corrente di Emiliano): “Bisogna dialogare coi 5 Stelle, a maggior ragione dopo le parole di Mattarella”

“L’appello alla responsabilità del presidente della Repubblica smentisce di fatto chi, nel Partito democratico, sta portando avanti in queste ore la linea dell’opposizione tout court, senza se e senza ma”. Dario Ginefra, esponente dell’ala ‘dialogante’ con il Movimento 5 Stelle che fa riferimento al governatore della Puglia Michele Emiliano, lo dice senza giri di parole: “Capisco le frustrazioni e le motivazioni anche legittime di una parte della nostra base, scottata da una campagna elettorale nella quale con i 5 Stelle ce ne siamo detti di ogni. Ma il Pd non può sottrarsi alla responsabilità in un momento in cui ci sono da tutelare interessi più importanti di quelli del proprio orticello”.

Quindi continuerete ad insistere affinché il Pd intavoli un confronto con Di Maio ?
“Assolutamente sì. A maggior ragione dopo le parole di Mattarella, credo sia irrinunciabile aprire una riflessione che contribuisca a mettere il Quirinale nelle condizioni di poter svolgere il suo approfondimento preliminare a qualsiasi tipo di scelta”.

Renzi ha lasciato la guida del Pd ma, almeno per ora, controlla i gruppi parlamentari e li ha già schierati all’opposizione. Come credete di uscirne?
“Nel momento in cui Renzi ha determinato la composizione dei gruppi parlamentari, che sono ora il verio centro dell’iniziativa, nella sua idea il partito si riduce ad una sorta di società controllata. Noi cercheremo naturalmente di farlo tornare ad essere un cervello collettivo che sappia valorizzare non solo tutte le energie presenti nel Pd ma anche di aprirlo a tutti coloro che o sono andati via, come Bersani, Grasso, Speranza & company, o a coloro che, anche scossi dall’esito di questa campagna elettorale, vorranno cimentarsi”.

Compreso Carlo Calenda quindi?
“Credo che il Pd debba tornare ad essere una comunità aperta anche a personalità che presentano caratteristiche analoghe a quelle dell’ultimo segretario, tra le quali lo stesso Calenda. Ma nella consapevolezza che il tempo dell’uomo solo al comando, dello spaccamondo di turno è finito”.

Torniamo al confronto con i 5 Stelle per la nascita di un possibile Governo. Anche Orlando ha di fatto schierato all’opposizione il Pd dicendo che il 90% della classe dirigente del partito caldeggia questa linea…
“Non so di quali sondaggi disponga Orlando. Non vorrei che fossero come quelli elettorali. Se le minoranze imparassero ad utilizzare un linguiaggio comune forse qualche chance in più di contare nel dibattito interno del Pd potrebbero averla”.

Lo considera un posizionamento tattico?
“E’ possibile, anche se non capisco per approdare dove. Peraltro, credo sia ineludibile chiarire, un volta per tutte,  qual è la subordinata dello stare all’opposizione. Il voto anticipato entro l’estate? O è il primo step verso una Grosse Koalition alla tedesca nella quale però, a differenza della Germania, ci ritroviamo Salvini e Berlusconi?”.

Ipotesi quest’ultima alla quale mi pare siate contrari…
“Un accordo con Berlusconi farebbe volare ulteriormente i 5 Stelle che, più che ambire al Governo del Paese, credo tifino proprio per un accordo tra Centrodestra e Centrosinistra con la Lega dentro”.

Perché?
“Sarebbe la dimostrazione che, come avevano previsto, l’inciucio c’è stato davvero”.

Colpa anche del Rosatellum voluto dal Pd?
“Certo. Tra l’altro Renzi deve ancora spiegarci perché ha voluto questa legge elettorale che ci riproietta nella I Repubblica, ma senza che i partiti abbiano la consistenza che avevano nella I Repubblica”.

Lei come se lo spiega?
“Non me lo spiego. Rilevo però che, con il Rosatellum, nella migliore delle ipotesi potevamo ambire ad essere determinanti per fare il Governo con qualcuno. Siamo invece addirittura ininfluenti nell’ipotesi di Governo 5 Stelle-Lega. E, dal momento che le leggi elettorali degli ultimi anni hanno sempre perseguito gli interessi particolari dei partiti che le hanno scritte, non si capisce che vantaggio ne abbia tratto il Pd”.