Caso Almasri, chiesta l’archiviazione per Meloni ma non per Piantedosi, Nordio e Mantovano

Meloni annuncia che è stata chiesta l'archiviazione per la sua posizione per il caso Almasri, ma non per Nordio, Piantedosi e Mantovano.

Caso Almasri, chiesta l’archiviazione per Meloni ma non per Piantedosi, Nordio e Mantovano

Posizione archiviata per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ma sul caso Almasri è invece probabile che venga chiesta l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Ad annunciarlo è stata la stessa presidente del Consiglio con un post sui social.

“Oggi – scrive Meloni su Facebook – mi è stato notificato il provvedimento dal Tribunale dei ministri per il caso Almasri: dopo oltre sei mesi dal suo avvio, rispetto ai tre mesi previsti dalla legge, e dopo ingiustificabili fughe di notizie. I giudici hanno archiviato la mia sola posizione, mentre dal decreto desumo che verrà chiesta l’autorizzazione a procedere nei confronti dei Ministri Piantedosi e Nordio e del Sottosegretario Mantovano”.

Caso Almasri, l’annuncio di Meloni sui social

Nel decreto, spiega Meloni, si sostiene che lei non sia stata “preventivamente informata e (non) abbia condiviso la decisione assunta”. Per questo non avrebbe “rafforzato il programma criminoso”. La presidente del Consiglio aggiunge: “Si sostiene pertanto che due autorevoli Ministri e il sottosegretario da me delegato all’intelligence abbiano agito su una vicenda così seria senza aver condiviso con me le decisioni assunte. È una tesi palesemente assurda. A differenza di qualche mio predecessore, che ha preso le distanze da un suo ministro in situazioni similari, rivendico che questo Governo agisce in modo coeso sotto la mia guida: ogni scelta, soprattutto così importante, è concordata. È quindi assurdo chiedere che vadano a giudizio Piantedosi, Nordio e Mantovano, e non anche io, prima di loro”.

“Nel merito – continua Meloni – ribadisco la correttezza dell’operato dell’intero Esecutivo, che ha avuto come sola bussola la tutela della sicurezza degli italiani. L’ho detto pubblicamente subito dopo aver avuto notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, e lo ribadirò in Parlamento, sedendomi accanto a Piantedosi, Nordio e Mantovano al momento del voto sull’autorizzazione a procedere”.