Caso Ruby. Per i Pm la più pagata era Karima. Minetti la procacciatrice

I giudici del processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi hanno deciso che i pm Antonio Sangermano e Ilda Boccassini inizino oggi la loro requisitoria. A prendere la parola è stato proprio il pm Sangermano, che avrà tempo fino alle 17.30 per illustrare la sua ricostruzione della notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 quando Ruby fu fermata per un’accusa di furto e affidata a Nicole Minetti. Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini prenderà la parola il prossimo 8 marzo. L’11 marzo la parola passerà agli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini che per le loro arringhe hanno preannunciato che non intendono impiegare più di 2 udienze.

“Gli elementi di prova convergono univocamente ad attestare la responsabilità dell’imputato” ha esordito Sangermano. “La cena ad Arcore era un collaudato sistema prostitutivo per il divertimento di Berlusconi” ha proseguito Sangermano, secondo cui le serate si svolgevano in tre fasi con “un climax crescente” di intensità sessuale: la cena, la discoteca “che lo stesso imputato chiamava bunga bunga” con danze erotiche e spogliarelli, e “la fase in cui alcune ragazze si fermavano ad Arcore per rapporti a pagamento” e che erano il momento più ambito dalle ospiti.

“Ruby era parte integrante del sistema (delle cene ad Arcore, ndr) e come tale veniva retribuita in modo sproporzionato rispetto alle fedelissime che pre questo si lamentavano” ha poi aggiunto Sangermano facendo riferimento ad una intercettazione del 18 ottobre 2010 in cui Nicole Minetti e Marystell Polanco commentano in compensi ricevuti per una serata e si lamentano che la giovane marocchina ha avuto una ‘busta’ con molto più denaro di loro e di altre fedelissime come Barbara Faggioli. Anche Nicole Minetti era “protagonista attiva delle serate di Arcore” e “svolgeva un ruolo particolarmente delicato nell’ambito del procedimento, compiendo ella personalmente atti prostitutivi prendendo denaro da Berlusconi” e “svolgendo un ruolo fondamentale ovvero l’attività di intermediatrice e agevolatrice dell’altrui prostituzione” ha spiegato Sangermano. Minetti “gestiva direttamente le abitazioni di via Olgettina per remunerare sistematicamente le ragazze che si prostituivano” nelle serate organizzate dal Cavaliere e della gestione degli appartamenti riferiva a Silvio Berlusconi, come è emerso da alcuni sms intercettati tra l’ex consigliera regionale e il Cavaliere. “La signora Minetti – ha aggiunto il pm – aveva perfetta consapevolezza della natura illecita delle azioni che compiva nell’interesse dell’imputato”, del fatto che favorisse la prostituzione e che Ruby fosse minorenne.

Il “circuito prostitutivo” messo in piedi per le serate organizzate da Silvio Berlusconi ad Arcore era “organizzato” da Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede. Quello organizzato per soddisfare l’ex presidente del Consiglio era un “complesso sistema prostitutivo”, spiega il pm, in cui le ragazze venivano “remunerate per gli atti sessuali compiuti o con denaro, o con benefit o con prospettive di inserimento professionale”. A contattare nuove ragazze da “immettere nel circuito” erano Lele More, Emilio Fede ma anche la stessa Nicole Minetti che in un’occasione voleva far partecipare anche una sua amica, come e’ emerso dalle intercettazioni, definita “bella ragazza e soprattutto discreta”.
Le giovani ospiti di Silvio Berlusconi erano “in ansia… per restare a dormire ad Arcore”. Le ragazze entravano in “competizione” tra loro, che emerge dalle intercettazioni” per prendere parte alla “terza fase” delle cene di Arcore. A dimostrarlo c’è un’intercettazione tra Nicole Minetti e Barbara Faggioli che dicono che Berlusconi ha “perso la testa” per Roberta Bonasia “con riferimenti alla sfera intima, cioè al gradimento che la Bonasia riceveva da Berlusconi” e “con recriminazioni sulle scelte fatte delle persone da tenere a dormire e agli emolumenti”.