“Vengono a farle pulci a un campione dell’Antimafia, perché in un dialogo con un collega del Pool, Gioacchino Natoli, con cui si conoscono da 20 anni, stavano cercando di far emergere tutti i fatti per far avanzare ovviamente la giustizia e la verità nei fatti di mafia. Ma su via siete ridicoli!”. Così ieri il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ha commentato le intercettazioni tra il senatore M5s e componente della commissione Antimafia, Roberto Scarpinato e Gioacchino Natoli, trasmesse (nonostante fossero secretate) lunedì sera dalla trasmissione di Massimo Giletti, “Lo Stato delle cose“.
L’assalto del centrodestra a Scarpinato
Secondo le accuse del centrodestra, Scarpinato e Natoli avrebbero preventivamente discusso dell’audizione di Natoli in Antimafia del gennaio 2024 sull’assassinio di Paolo Borsellino, concordando domande e risposte. Inoltre, imputa a Natoli, già presidente della Corte d’Appello di Palermo e membro del pool antimafia di Borsellino con lo stesso Scarpinato, frasi offensive pronunciate (durante alcune conversazioni private con la moglie) contro i familiari del giudice ucciso in via D’Amelio. Infine a Scarpinato la destra contesta anche la frase: “Voglio seppellire la Colosimo (Chiara, presidente della Commissione antimafia, ndr) sotto una montagna di documenti”.
Conte: “Polemiche ridicole”
Per Conte, si tratta di “polemiche ridicole” di un centrodestra, che “vuol creare confusioni”. “Loro – ha aggiunto – hanno alla Giustizia un sottosegretario condannato per violazione dei doveri d’ufficio e per aver messo a repentaglio la sicurezza del Paese nella lotta antimafia; hanno un ministro della giustizia, Carlo Nordio, con il capo di gabinetto indagati per una vicenda vergognosa, Almasri; e ancora la presidente della Commissione Antimafia è partita malissimo perché è venuta fuori questa foto in cui era addirittura abbracciata e intrecciata con Ciavardini (Luigi, ex terrorista nero dei Nuclei Armati Rivoluzionari, ndr), poi non ci ha neppure chiarito i rapporti con uno zio, che è stato indagato per vicende inquietanti”.
L’influenza dell’ex generale Mori sulla commissione Antimafia
Dal canto suo, Scarpinato, in una nota ha ricordato come lo scontro in Antimafia verta sulla tesi unica – abbracciata da Colosimo, su impulso dell’ex generale dei carabinieri Mario Mori (già processato e assolto per la supposta trattiva Stato-Mafia e oggi indagato a Firenze per le stragi di mafia) – che vorrebbe Borsellino ucciso perché stava indagando su Mafia e appalti, e non per le sue indagini sui rapporti tra Cosa nostra e politica, dietro la strage di Capaci, nella quale morì Giovanni Falcone.
“È lo stesso Mori che all’insediamento della Commissione andò a trovare la presidente Colosimo a Palazzo San Macuto, scagliandosi subito contro di me, e che ha dichiarato che vive per vendicarsi dei magistrati che lo hanno processato. Dicevo a Natoli che avrei seppellito la presidenza di documenti? L’abbiamo fatto, abbiamo prodotto solo documentazione giudiziaria ufficiale che dimostra l’infondatezza delle tesi di Mori e di tutto il centrodestra e che, invece, fornisce riscontri pesantissimi che aprono piste ben più inquietanti”.