Cento milioni al fondo estero. Lo strano investimento della Cdp. L’Ad Scannapieco vara l’operazione con Muzinich. E intanto ne assume il fondatore, con il plauso del Pd

L'Ad di Cassa depositi e prestiti, Dario Scannapieco, vara l'operazione con Muzinich. E intanto ne assume il fondatore, con il plauso del Pd.

Tra poco sarà un anno da quando Mario Draghi ha buttato fuori dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) l’amministratore delegato indicato dal Governo Conte, Fabrizio Palermo (leggi l’articolo), per metterci il proprio vicino di corridoio al ministero dell’Economia ai bei tempi delle privatizzazioni selvagge di Telecom, Autostrade e molto altro, Dario Scannapieco (nella foto). Palermo aveva fatto benissimo, centrando straordinari risultati, ma Scannapieco, parcheggiato da anni alla Banca europea degli investimenti, al di là dei soldi europei arrivati in Italia col contagocce, aveva nel curriculum questa amicizia, e certe amicizie da sole fanno curriculum. Dunque non c’è troppo da meravigliarsi se in questi dieci mesi la Cassa Depositi e Prestiti abbia completamente perso lo smalto dei tre anni precedenti, anzi non si capisce proprio che stia facendo.

L’Ad di Cassa Depositi e Prestiti Scannapieco vara l’operazione con Muzinich

LA MOSSA. Sono serviti più di sei mesi solo per scrivere il nuovo piano industriale, zeppo di ambiziose promesse, ma di concreto non si è visto niente, o comunque niente di paragonabile all’attivismo dato dal precedente Ad nel tenere l’Italia tra gli azionisti della nuova grande Borsa europea, nel riacquisto delle autostrade regalate trent’anni prima ai Benetton, nel sostegno ai Comuni, nel far nascere il più grande player continentale dei pagamenti elettronici, nel gettare le basi per la rete unica della fibra (a proposito, che fine ha fatto?), e molto altro ancora. A dire il vero, pero, anche Scannapieco sta facendo qualcosa. Con un comunicato stampa ovviamente mai inviato a un giornale scomodo come La Notizia, Cassa Depositi e Prestiti ha fatto sapere di aver dato cento milioni al Fondo lussemburghese (!) Muzinich diversified enterprises credit II, gestito da Muzinich & C. Sgr, che fa capo a una società d’affari di New York.

Con questi soldi la Cassa Depositi e Prestiti ha fatto sapere di voler sostenere le piccole imprese, ma non è stato specificato se si tratti di aziende lussemburghesi, americane o di che latitudine. C’è di certo, invece, che ai vertici di questo fondo siede Fabrizio Pagani, economista e collaboratore dell’allora ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan nei governi Renzi e Gentiloni, oltre che notoriamente vicino al segretario del Pd, Enrico Letta, e come lui docente a Sciences Po, a Parigi. Gente abituata a pensare in grande, tant’è che il fondo di Muzinich con i cento milioni della Cassa Depositi e Prestiti conta di raccoglierne un miliardo da spendere poi in tutta Europa, con almeno duecento in Italia, ovviamente se le cose andranno secondo i piani. Nel frattempo i soldi della Cdp prendono il largo verso le casse di Muzinich, società fondata – guarda a volte le coincidenze! – da Massimo Di Carlo, dal prossimo 1 marzo nuovo direttore del Business della Cassa di Scannapieco.

Strani intrecci, che invece di accendere un faro sulla gestione dell’Ad caro a Draghi, hanno suscitato il plauso di Gianni Dal Moro, deputato del Pd – manco a dirlo! – e componente del Consiglio di sorveglianza della Cdp. “In un momento di massimo impegno per Cassa Depositi e Prestiti – ha dettato Dal Moro alle agenzie – è molto apprezzata la scelta di nominare Di Carlo direttore del Business di Cdp, a conferma della determinazione dell’Ad Scannapieco”. Complimenti tra amici del solito circoletto, insomma.

Le reazioni. Presutto (M5S): Vertici Cassa depositi e Prestiti chiariscano

“In questi giorni stiamo constatando – scrive il senatore Vincenzo Presutto (M5S), componente della commissione Bilancio del Senato e della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e Prestiti -, non senza preoccupazione, alcuni legami tra scelte di investimento della Cassa depositi e prestiti e certe nomine effettuate dalla stessa società controllata dal Tesoro, depositaria della delicatissima gestione del risparmio degli italiani. È per esempio notizia dell’8 febbraio scorso che Cdp ha deciso di investire 100 milioni di euro in un veicolo gestito dal fondo americano Muzinich, mentre lo scorso 14 febbraio è stata comunicata sempre da Cdp l’assunzione in qualità di nuovo direttore del business di Massimo Di Carlo, cofondatore proprio di Muzinich. Uno dei massimi dirigenti mondiali di Muzinich, inoltre, è attualmente Fabrizio Pagani, per anni al Tesoro, azionista di Cdp, come capo della segreteria tecnica dell’ex ministro Padoan”.

“Queste connessioni – aggiunge l’esponente M5S -, tra l’altro, sono state tutte evidenziate nel dettaglio dal quotidiano La Notizia. Come Movimento cinque stelle riteniamo che Cdp, ormai guidata da diversi mesi dall’Ad Dario Scannapieco, debba fornire chiarimenti in proposito davanti alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla stessa Cassa. È questo, infatti, il contesto istituzionale all’interno del quale Cdp è chiamata a fornire spiegazioni, che non dovrebbero invece essere veicolate sotto forma di veline ad altre testate. In una di queste indiscrezioni si legge che l’operazione Muzinich sarebbe stata approvata nel marzo 2021, proprio mentre l’ex Ad di Cassa si apprestava a essere sostituito dall’attuale Ad. Ammesso e non concesso che questo sia vero, nel frattempo è passato un anno all’interno del quale gli attuali vertici non possono non aver dato un contributo decisivo alla finalizzazione dell’investimento. Urge un chiarimento in Commissione di vigilanza sulla Cdp”.