Centrali nucleari nel mirino degli stragisti. Ecco perchè è una missione quasi impossibile

di Francesco Bonazzi

Va bene che il terrorismo deve appunto terrorizzare, ma forse far saltare in aria una centrale nucleare è uno di quei progetti troppo complicati anche per una struttura molto motivata come le milizie europee dell’Isis. Fasce di rispetto, doppie coperture in cemento, sistemi anti-esplosione, recinzioni metalliche: non manca nulla a tutela dei reattori. Gli esperti di sicurezza, industriale e non, lo sanno e fanno un po’ spallucce di fronte all’ultima indiscrezione che arriva dal Belgio, in base alla quale i fratelli El Bakraoui, quelli degli attacchi suicidi dell’altro giorno, avevano in programma di colpire le centrali nucleari del Paese.

SANTUARI
“Per carità, tutto può accadere, ma più che lanciarsi su un furgone pieno di esplosivo contro un cancello, magari ammazzando un poverino della vigilanza privata, non mi sembra che sia possibile fare”, dice il capo della sicurezza di un grosso gruppo italiano che gestisce parecchie infrastrutture delicate. E il collega di un’altra azienda che tratta sostanze chimiche potenzialmente pericolose racconta: “Tempo fa sono entrato proprio in una centrale belga e ho visto la solita struttura studiata per evitare persino un’esplosione interna. Tra barriere metalliche altissime e protezioni sotterranee in cemento, ci sarebbero davvero poche speranze per un commando dotato di un po’ di esplosivo”. Più tranchant un alto funzionario dei servizi che viene dall’antiterrorismo: “Per immaginare un attentato a una centrale nucleare bisogna ipotizzare un’azione dall’alto, con aerei ed elicotteri, e con tanto, tanto, esplosivo. Roba da fantascienza. Credo che i fratelli El Bakraoui avessero in mente un’azione meramente dimostrativa, lungo il perimetro esterno”.

DIPENDENTI
L’unico aspetto su cui merita concentrarsi, per i tecnici della sicurezza, è quello del personale che lavora nelle centrali: nessuno, da solo, può fare grandi danni, ma è meglio essere sicuri che non vi siano infiltrati della jihad. Non a caso, ieri, il gestore della centrale belga di Tihange ha ritirato il permesso di ingresso a 11 dipendenti, in attesa di nuovi accertamenti. A svelare i progetti “nucleari” dei fratelli El Bakraoui è stato il quotidiano La Derniere Heure, citando fonti della polizia. I due avrevano anche piazzato una macchina fotografica nascosta davanti alla casa del responsabile di un programma di ricerca nucleare. Nel dubbio, in ogni caso, meglio aumentare la vigilanza. Lo hanno fatto le autorità belghe e lo hanno fatto i francesi, che hanno ben 19 centrali nucleari. Vengono protetti anche i collegamenti esterni, visto che un attentato alla rete elettrica in uscita avrebbe comunque un forte impatto. Sotto controllo anche gli impianti che generano ossigeno e idrogeno.