Fa discutere e divide la proposta del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che vuole regolamentare dettagliatamente l’apertura dei centri commerciali la domenica e nei festivi. Così, come spesso accade, gli italiani si sono spaccati tra favorevoli e i contrari. Il ministro, però, non ha alcuna intenzione di cedere: “Sicuramente entro l’anno approveremo la legge che impone uno stop nei weekend e nei festivi a centri commerciali ed esercizi commerciali, con delle turnazioni. L’orario degli esercizi commerciali – ha spiegato Di Maio – non può più essere liberalizzato come fatto dal governo Monti perché sta distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare gli orari di apertura e chiusura”.
D’accordo con la linea dettata dal Governo Filcams Cgil e Confesercenti. “Intervenire sul decreto Salva Italia e le liberalizzazioni delle aperture e degli orari nel commercio è una priorità per la Filcams Cgil che ha più volte avanzato proposte di modifica, richiesto un incontro con il ministro del Lavoro Di Maio e promosso iniziative, mobilitazioni e campagne di comunicazione in occasione delle festività”, ha spiegato la segretaria generale Maria Grazia Gabrielli. Soddisfazione anche dalla Confesercenti: ”Apprendiamo con soddisfazione la presentazione in Commissione Attività Produttive della proposta di legge della Lega, a prima firma dell’onorevole Barbara Saltamartini, che disciplina gli orari di apertura degli esercizi commerciali. Era tempo di dare un segnale a migliaia di italiani, imprenditori e lavoratori, che aspettano un intervento correttivo sulla deregulation totale oggi in vigore”. Come soddisfazione ha espresso la Cei che da sempre si batte per frenare il lavoro domenicale.
La contrarietà arriva dagli operatori della Grande distribuzione che parlano di migliaia e migliaia di posti di lavoro a rischio con una misura del genere. Il presidente di Federdistribuzione, l’associazione che riunisce le aziende della distribuzione, Claudio Gradara, ha espresso tutta la sua contrarietà: “Un provvedimento di cui non vediamo la necessità e l’opportunità e di cui «non si capisce la tempestività”. Confcommercio, invece, è stata più cauta, tanto che ha aperto a una regolamentazione migliore facendo, però, attenzione all’equilibrio della misura.