Che fine farà l’impero di Silvio Berlusconi: il patrimonio e l’eredità economica e politica

L'eredità economica e politica di Silvio Berlusconi: qual è il suo patrimonio e che fine farà il suo impero?

Che fine farà l’impero di Silvio Berlusconi: il patrimonio e l’eredità economica e politica

La morte di Silvio Berlusconi segna la fine di un’era, ma anche l’inizio di una nuova era per le aziende gestite dall’ex presidente del Consiglio e per il suo partito: Forza Italia. Che fine farà l’impero costruito negli anni da Berlusconi? Parliamo di un patrimonio che, secondo Forbes, sfiora i 7 miliardi. Il fiore all’occhiello, dal punto di vista aziendale, è sempre stata Fininvest, insieme a Mediaset (ora Mfe). A chi andrà l’eredità di Berlusconi? In pole ci sono i figli, Marina e Pier Silvio, nati dal primo matrimonio con Carla Elvira Lucia dall’Oglio. Ma un ruolo rilevante lo avranno di sicuro anche i figli avuti con Veronica Lario: Barbara, Eleonora e Luigi. Che fine faranno il patrimonio di Berlusconi e la sua eredità politica ed economica?

L’eredità e il patrimonio di Berlusconi: le aziende dell’universo Fininvest

Fininvest è l’holding della famiglia Berlusconi e si basa su tre asset: Mediaset (diventata) Mfe, Mediolanum e Mondadori. In Mfe le quote di Fininvest sono di poco inferiori al 50%, in Mondadori si attestano al 53,3% e in Mediolanum al 30,12%. Il titolo della famiglia Doris – che con la morte del padre Ennio è passata al figlio Massimo – capitalizza 6,1 miliardi. Fininvest ha una quota pari a 1,83 miliardi, che di fatto corrisponde a due terzi dell’intero valore dell’holding.

Le tre società quotate valgono infatti 2,8 miliardi. Per Mondadori la quota di Fininvest vale 271 milioni. Diverso, e più complicato, il discorso di Mfe: si sta provando a espandere in Europa per tornare a guadagnare, ma i problemi si sono fatti sentire negli ultimi anni e oggi vale poco meno di 1,5 miliardi totali in Borsa (in passato raggiunse valori sopra i 15 miliardi).

Collegati a queste società ci sono tanti altri business. Innanzitutto quelli immobiliari, non quotati e difficili da valutare. Nel bilancio di Fininvest, per esempio, pesano per quasi 350 milioni. Ci sono altre proprietà nell’holding immobiliare Dolcedrago, in cui rientra per esempio Villa Certosa in Costa Smeralda. Poi ci sono altre società immobiliari con varie proprietà, come nel caso di Villa Gernetto. E proprio legata a quest’ultima c’è un altro business, quello del calcio, con la proprietà del Monza: oggi milita in Serie A, ma come spesso accade nel calcio i bilanci non sono positivi.

Berlusconi aveva anche una società con una flotta di velivoli aziendali (jet ed elicotteri) e aveva quote in compagnie come Soldo e Satispay, per quanto decisamente minoritarie. La morte di Berlusconi ha fatto segnare un’impennata in borsa di titoli come quello di Mfe.

I figli di Berlusconi e l’eredità tra Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi

La partita dell’eredità riguarda tutti i figli di Berlusconi. Innanzitutto Marina, presidente di Fininvest e Mondadori. Poi Pier Silvio, ad di Mediaset. Sembra probabile che siano loro a guidare l’impero. Tutti i figli, però, hanno quote dirette in Fininvest: oltre il 61% era in mano a Silvio Berlusconi. Poi Marina e Pier Silvio avevano il 7,65% ciascuno. Barbara, Eleonora e Luigi insieme si attestano al 21,42% nella Holding Quattordicesima, ognuno con un terzo di queste quote.

Se la distribuzione delle quote dell’ex presidente del Consiglio fosse uguale tra tutti i figli, allora i tre avuti dal secondo matrimonio (Barbara, Eleonora e Luigi) avrebbero la maggioranza. La partita, quindi, è delicata. Tanto più perché Marina è considerata da tutti la vera erede, magari con l’aiuto di Pier Silvio.

L’eredità politica: che fine farà e chi guiderà Forza Italia?

L’altra delicata eredità lasciata da Silvio Berlusconi è quella di Forza Italia. Per il momento non è stato comunicato nulla sulle intenzioni dell’ex presidente azzurro. A oggi il coordinatore del partito è Antonio Tajani, che è anche vicepresidente del Consiglio. Ci sono anche altri nomi, vicini a Berlusconi, che potrebbero accompagnare Tajani in questo percorso, come quelli di Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.

Ma come andrà avanti il partito? Si era parlato, negli scorsi mesi, dell’ipotesi di un congresso per nominare l’erede di Berlusconi e per rafforzare, così, il ruolo di Tajani. Sempre che l’ex presidente del Consiglio non abbia indicato un suo successore esplicitamente.

L’altra figura chiave può essere quella di Marta Fascina, che è rimasta accanto a Berlusconi sino al suo decesso. Bisognerà capire che vorrà fare e che ruolo potrà avere: si era parlato di un incarico come coordinatrice dei gruppi parlamentari, al fianco di Tajani. Di certo ogni decisione passerà per Marina, che non ha intenzione di scendere in campo direttamente, ma che quasi certamente continuerà a muovere i fili non solo delle aziende ma anche di Forza Italia.

Peraltro non è del tutto esclusa un’altra ipotesi, quella del partito unico con Fratelli d’Italia, di cui si era discusso a inizio 2023. Un’idea che potrebbe piacere proprio a Marina, che sembra vicina alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.