Che Pontefice sarà Leone XIV? I cattolici s’interrogano su Prevost

Tutti si chiedono che Papa sarà Leone XIV. Per la chiesa Usa non è un "contraltare di Trump". Intanto però Steve Bannon si dispera.

Che Pontefice sarà Leone XIV? I cattolici s’interrogano su Prevost

Ma com’è questo nuovo papa? È un bergogliano oppure conservatore? E ancora, è stato Donald Trump a farlo eleggere o è contro Trump? Sono alcune delle domande che i cattolici, ma non solo, si stanno ponendo da ieri sera, da quando cioè Robert Francis Prevost è diventato Leone XIV. Troppo presto per dare risposte e quasi inutili le analisi su stola, copricapo ecc…

Nella Curia romana per ora non cambia nulla

L’unica cosa sicura è che la prima decisione importante presa dal nuovo Pontefice è stata di confermare in via provvisoria tutti gli incarichi di Curia e di riservarsi un periodo di “riflessione, preghiera e dialogo” prima di adottare decisioni definitive.

Ma, d’altra parte, sarebbero state ben poco probabili rimozioni o sostituzioni immediate. Nessuno “scossone” ci sarà a breve nel potere vaticano: “Sua Santità Leone XIV ha espresso la volontà che i capi e i membri delle Istituzioni della Curia Romana, come pure i segretari, nonché il presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, proseguano, provvisoriamente, nei rispettivi incarichi donec aliter provideatur“, cioè finché non si provveda diversamente, ha riferito ieri un comunicato. Il Pontefice ha confermato anche il ruolo del segretario di Stato Pietro Parolin.

Le previsioni sulle politiche di Leone XIV

Presto comunque vedremo se Leone XIV confermerà quanto si diceva di lui, cioè che fosse un bergogliano moderato. Probabilmente manterrà la stessa precedente spinta sui capitoli legati alla dottrina sociale della Chiesa, la vicinanza a poveri e migranti, la promozione la pace e l’attenzione all’ambiente. E forse ci sarà qualche rallentamento in materie come la morale sessuale, i diritti civili, i temi etici, su cui Prevost non è considerato un progressista.

Molto si capirà se continuerà ad avvalersi come prefetto del teologo di riferimento di Bergoglio, l’argentino Victor Manuel Fernandez, cui si deve anche il documento Fiducia supplicans che ha liberalizzato la benedizione delle coppie gay. Insomma, calmiamoci e sapremo.

Intanto JD Vance minaccia di venire a Roma per l’intronizzazione

Chi si agita molto, invece, è la politica: per la messa di intronizzazione del Papa, prevista per il 18 maggio, potrebbe tornare a Roma il vice presidente degli Stati Uniti JD Vance, l’ultimo leader straniero a incontrare Papa Francesco, due giorni prima della morte di Bergoglio (forse non porterà benissimo…). Intanto i media americani, subito dopo l’elezione del Papa “made in Usa”, hanno ricordato alcuni post critici nei confronti del vice presidente e in generale delle politiche sull’immigrazione di Trump ritwittati dall’allora cardinale.

Intanto Bannon si straccia le vesti: “La peggiore scelta per i cattolici Maga”

Chi si è stracciato apertamente le vesti per l’elezione di Prevost è stato Steven Bannon, esponente di punta del gruppo di alleati cattolici di Donald Trump, secondo il quale Leone XVI sarà un “Papa anti-Trump”. Per Banon è la “peggiore scelta per i cattolici Maga. Questo è stato un voto anti-Trump da parte dei globalisti che controllano la Curia, questo è quello che Papa Bergoglio e la sua cerchia volevano”, ha aggiunto l’ex stratega di Trump.

La Chiesa Usa: “Leone XIV non è il contrappeso di Trump”

Intanto, però, due porporati americani di segno opposto – uno conservatore e l’altro riformista – hanno tenuto a precisare che Leone XIV non è stato eletto per fare da “contrappeso” a Trump. “Non credo che il fatto che il cardinale Prevost venga dagli Stati Uniti abbia avuto molto peso – ha detto il cardinale di New York, il super conservatore Timothy Dolan, vicino al presidente Usa – E non dovrebbe spaventarci il fatto che guardiamo a Papa Leone come a un costruttore di ponti. È questo il significato della parola latina ‘pontefice’. Non credo affatto che i miei fratelli cardinali abbiano pensato a lui come a un contrappeso per qualcuno”, ha aggiunto, citato dalla Cnn.

Speculare il commento del cardinale di Washington, Wilton Daniel Gregory, rappresentante dell’ala progressista e per questo considerato anti-Trump: il conclave, ha tenuto a chiarire, “non è la continuazione di un’elezione politica americana”, quello che c’è alla base “è il desiderio di rafforzare la fede cristiana nel popolo di Dio”.