Clima impazzito, Tozzi: “L’emergenza è un fatto innegabile”

Basta negazionisti in Tv. Il clima impazzito è solo colpa dell’uomo. Parla il geologo Mario Tozzi.

Clima impazzito, Tozzi: “L’emergenza è un fatto innegabile”

Il 2022 è stato il peggiore anno della storia italiana in fatto di eventi meteorologici estremi. Professor Mario Tozzi, secondo lei siamo davanti a un’emergenza oppure è stata un’annata sfortunata?
“Ma quale sfortunata, è stata fortunata rispetto a quelle che verranno. Deve essere chiaro fin da subito che tutto peggiorerà perché non stiamo facendo letteralmente niente per mitigare il cambiamento climatico. Più andremo avanti e peggio sarà al punto che ricorderemo questo 2022 come un’annata estremamente positiva”.

Eppure a sentire le trasmissioni tv sembra che la comunità scientifica sia spaccata tra chi sostiene che il cambiamento climatico è causato dall’uomo e chi lo nega…
“Guardi la fermo subito, non è vero che esista una spaccatura. Si tratta di una fake news facilmente dimostrabile perché per sapere l’opinione degli scienziati non si deve guardare alle interviste che rilasciano i singoli ma bisogna guardare agli articoli e alle pubblicazioni sulle riviste scientifiche. Ebbene sa cosa dicono i dati dell’ultima revisione? Che esiste quasi il 100% del consenso tra gli specialisti sul clima a proposito del cambiamento climatico e su chi lo sta provocando, ossia noi esseri umani. Dunque siamo sicuri che gli scienziati parlano con una voce sola. Non ci sono tanti dissidenti, se non una sparuta minoranza che discute su questioni marginali. Ci tengo a ribadire e sottolineare che siamo certi che le cose stiano così perché basta contare le pubblicazioni per vedere quante sono quelle che sostengono il cambiamento climatico causato dall’uomo e quante quelle che dicono il contrario. E quest’ultime sono largamente minoritarie anzi quasi del tutto inesistenti. Non esiste alcuna spaccatura”.

E come si spiega il fatto che nelle trasmissioni vengano presentate le due tesi come se fossero paritarie?
“Tutto il problema sta nella dinamiche della comunicazione che ha bisogno di avere un contraltare, uno scontro. Così per creare un dibattito vivace si chiama uno scienziato che la pensa come tutti gli altri e uno che non la pensa così. Ma quello che nega il cambiamento climatico non andrebbe neanche chiamato perché la sua posizione non ha nessun senso sotto il punto di vista scientifico, conta zero. Ma chiaramente le logiche della comunicazione sono diverse e assistiamo a questi teatrini”.

Falsando i dati per fare share non crede che la comunicazione finisca per creare confusione?
“Guardi a voler essere cattivi si può immaginare che lo scopo è quello di far pensare ai cittadini che se perfino gli scienziati non riescono ad essere d’accordo sul cambiamento climatico, allora non è ancora il momento di fare qualcosa per contrastarlo”.

Sospetta qualche interesse dietro a simili dinamiche?
“Degli interessi ci sono sicuramente. Il vero blocco dei poteri forti, ossia quello delle compagnie petrocarboniere, spinge per fare in modo che tutto resti così com’è”.

Davanti a un fenomeno che produce disastri e vittime, come si spiega l’esistenza di un diffuso negazionismo tra manager e politici?
“A loro non conviene qualsiasi cambiamento del modello economico e politico. Chi è che potrebbe dire che siamo arrivati al punto di non ritorno per il pianeta e che quindi non verranno più finanziati i combustibili fossili? Glielo dico io: nessuno perché girano vagonate di soldi. Soltanto l’Italia negli ultimi tre anni ha investito oltre 2,8 miliardi di fondi pubblici nei combustibili fossili. Soldi nostri che sarebbero potuti andare nelle rinnovabili rovesciando la situazione. Ma quel blocco politico e imprenditoriale che dovrebbe andare sul banco gli imputati non molla neanche un centimetro”.

Sebbene l’Italia sia molto deficitaria in fatto di prevenzione e che i disastri siano ormai la normalità, la politica se ne interessa solo a cose fatte. Come mai?
“Perché in Italia si pensa che i disastri siano frutto del caso o del destino avverso. In questo modo non si tiene conto del fatto che è sicuro che gli eventi estremi si verificano e continueranno a verificarsi, ma si scommette sul fatto che non capitino o che almeno che non ci colpiscano direttamente”.

Intanto il governo di Centrodestra sembra aver messo in pausa la transizione ecologica puntando, invece, su trivelle, inceneritori di rifiuti e nucleare. Come giudica queste scelte?
“Il problema è che non si riesce ad immaginare un mondo senza combustibili fossili e così non si può neanche immaginare di realizzare una società sostenibile. E purtroppo per il futuro non sono fiducioso perché non credo che la politica e l’imprenditoria riusciranno a capire l’entità del problema neanche quando sarà già troppo tardi”.