di Angelo Perfetti
Se si affermasse “un uso di cariche e incarichi istituzionali per dividere il partito, e insieme per lasciare che il Pd faccia il lavoro sporco contro il Presidente Berlusconi e contro i nostri programmi elettorali, ci si troverebbe dinanzi a un fatto gravissimo, che non potrebbe restare privo di conseguenze politiche”. E’ l’ultima stiletatta al veleno, indirizzata da Fitto ad Alfano, in una giornata in cui il Popolo delle libertà ha dimostrato quanto sia profonda la spaccatura intera. Alfano in serata ha riunito i governativi, formalizzando così le divisoni con l’area dei cosiddetti lealisti. E se fino a qualche settimana fa falchi e colombe erano su posizioni diverse ma dialogavano, oggi lealisti e governativi sono ormai due partiti separati.
Divisi e armati
“Lo sforzo di questi giorni – ha detto Alfano – è inesausto per assicurare l’unità del partito in cui credo e ho sempre creduto dal ‘94. Siamo fino all’ultimo con Berlusconi per l’unità. Ma ogni volta che con il nostro impegno e con i nostri sforzi arriviamo vicini all’unità c’è qualcuno che non la vuole”. Chiaro il riferimento ai lealisti che spingono per staccare la spina. “Alfano – ha detto ancora Fitto – ha garantito il sostegno di Berlusconi al governo e dopo poche ore il Pd ha fissato la data della decadenza al Senato: io mi chiedo le ragioni con le quali e per le quali si possa continuare con convinzione e senza far finta di nulla a sostenere un governo che aumenta le tasse ai cittadini con una legge di stabilita abbastanza discutibile che noi vogliamo profondamente modificare, e che, è fortemente e profondamente impegnato nella decadenza del leader del suo principale partito alleato”. Rincara la dose Mara Carfagna: “C’e’ qualcuno che ha scelto scientemente di spaccare il partito in due parti e se ne assumerà la responsabilita’”. Lo dice la deputata Pdl Mara Carfagna passando, per caso davanti a palazzo Marini dove e’ in corso la riunione dell’ala governativa del Pdl con Angelino Alfano. “Noi siamo stati tagliati fuori da ottobre in poi” spiega ancora Carfagna dopo aver innescato un botta e risposta a distanza con il senatore Roberto Formigoni. “Non potrei battere mai Formigoni che e’ un maestro di provocazione” dice replicando all’ex governatore della Lombardia che alle rimostranze della Carfagna di non essere stata invitata aveva commentato: “Carfagna provoca sapendo di provocare”.
Divisi su tutto
Nella riunione serale i governativi sono chiari insiste: “Un governo deve andare avanti per il bene del Paese, dunque non è in discussione il sostegno anche nel caso in cui il 27 novembre venisse dato il via libera alla decadenza di Silvio Berlusconi”. Confermata la guida carismatica di Berlusconi, ma viene considerata necessaria una organizzazione che garantisca le diverse aree emerse nel dibattito delle ultime settimane. Una posizione che non convince Fitto e i suoi: ‘’I ministri dovrebbero soprattutto
occuparsi di evitare che il Pd spari contro il Presidente Berlusconi attraverso il voto sulla decadenza, e di evitare che la legge di stabilita’ sia un contenitore di aumenti fiscali. Di più: se i ministri fossero stati attenti alla legge di stabilità e alla decadenza tanto quanto sono impegnati ad alimentare lo scontro interno, avremmo avuto meno problemi’’
Scontro finale
Fitto affonda il coltello dopo l’appello di Berlusconi all’unità: “Trovo sconcertante il fatto che, dopo un cosi’ condivisibile appello, si sia svolta una riunione di corrente, nel corso della quale non pochi si sono
abbandonati a dichiarazioni ostili e divisive’’. Replica il ministro Lorenzin: “Mi sembra che Fitto voglia tutto tranne l’unita’ del partito. A noi, invece, sta a cuore il bene del Paese. Poi vedremo”. Con questi chiari di luna non c’è spazio per il dialogo. Il Pdl è al capolinea. Ultima fermata: novembre.