Il contratto degli statali è stato rinnovato proprio a poche ore dal referendum. Per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è un grande colpo elettorale. I dipendenti pubblici, infatti, avranno 85 euro in più in busta paga nel 2017. L’accordo è stato firmato dai leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, alla presenza della ministra della Funzione pubblica, Marianna Madia. Per il prossimo anno Palazzo Chigi ha messo sul piatto 850 milioni di euro.
“Dopo sette anni #lavoltabuona per i dipendenti pubblici. Riconoscere il merito, scommettere sulla qualità dei servizi”, ha subito commentato Renzi su Twitter.
Dopo sette anni #lavoltabuona per i dipendenti pubblici. Riconoscere il merito, scommettere sulla qualità dei servizi #passodopopasso
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 30 novembre 2016
“Dopo sette anni di blocco della contrattazione si interviene correggendo le norme introdotte dalla legge Brunetta e dalla buona scuola che limitavano la contrattazione ridandole ruolo e titolarità”, ha spiegato la Cgil-Fp. “Si ripristina – ha aggiunto il sindacato – un sistema di relazioni sindacali in tutti i settori basato sulla partecipazione di lavoratori e sindacati all’organizzazione e alle condizioni di lavoro, alla valorizzazione professionale, che supera la pratica degli atti unilaterali. Di particolare valore la garanzia assunta dal governo di rinnovare i contratti dei lavoratori precari assunti dalle pubbliche amministrazioni in scadenza e l’impegno a superare con apposite norme il precariato all’interno della legge quadro che dovrà essere prossimamente varata”.
Il Governo “si è impegnato per un totale di 5 mld di euro nell’arco di un triennio 2016-2018″ per i rinnovi contrattuali dei 4 comparti della Pubblica amministrazione. Ci sono ancora questioni aperte”, ha messo in guardia il segretario generale della Cgil Camusso. Molto duro il commento della deputata di Forza Italia, Renata Polverini: “Trovo miserabile che discussione su contratti statali venga chiusa a poche ore da urne. Siamo alla strumentalizzazione del quotidiano”.