Commissione europea, 4 giorni per un nome. L’Italia lavora al suo candidato, ma tutto dipenderà dalle consultazioni. Da Letta a Massolo e Giovannini, ecco chi sono i papabili

Mentre in Italia si assiste a una profonda crisi di Governo, in Europa ci sono altri 4 giorni di tempo prima di consegnare il nome del candidato italiano alla Commissione europea. L’occasione per riparlarne sarà il G7 di Biarritz di questo fine settimana. Mentre a Roma iniziavano le consultazioni, Giuseppe Conte ha avuto diversi i contatti con i leader stranieri: tra gli altri ha parlato con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Per l’Italia l’appuntamento internazionale più caldo in questi giorni di crisi è l’indicazione di un commissario per il nuovo esecutivo Ue presieduto da Ursula von der Leyen.

La poltrona di commissario, a prescindere dal portafoglio che alla fine andrebbe all’Italia, potrebbe rientrare nella trattativa per la formazione di un nuovo Governo. Secondo indiscrezioni dal Transatlantico, se si arrivasse ad un accordo tra il Pd e il M5S, a fronte della indisponibilità dichiarata da Conte stesso i pentastellati potrebbero cedere ai dem quella posizione, e in quel caso sarebbero in ascesa le quotazioni di Enrico Letta. Qualcuno fa anche il nome di Paolo Gentiloni. Se, invece, la prospettiva del governo rosso-giallo non si concretizzasse, le ipotesi sono diverse. Un candidato “chiavi in mano” per il suo curriculum europeo sarebbe il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, che in passato è stato Giudice della Corte Ue oltre che segretario generale della Commissione.

Ma circola anche un altro nome, quello di Enrico Giovannini, presidente dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ex presidente dell’Istat ed ex ministro del Lavoro del governo Monti: in quest’ultimo ruolo ha conosciuto e lavorato fianco a fianco ad Ursula von der Leyen che era la sua omologa nel governo tedesco. Non manca nemmeno l’ipotesi di un profilo più ‘tecnico’, come quello di Elisabetta Belloni o Giampiero Massolo, o di proporre una uscente come Federica Mogherini, che potrebbe giocare la carta dell’esperienza accumulata in questi anni come Alto rappresentante della politica estera della Commissione Juncker. Anche se quest’ultimo pare un nome parecchio improbabile, considerando la poca stima di cui gode la Mogherini nelle due forze politiche – M5S e Lega – maggioritarie nel Paese.