Concessioni autostradali, squilibri a favore dei privati. L’Autorità dei Trasporti avverte: troppe asimmetrie nei rapporti con lo Stato

Come nelle migliori storie d’amore anche in tema di concessioni, in particolare quelle autostradali, c’è un evidente squilibrio di “sentimenti” tra concedente e concessionario. La bilancia pende in maniera fin troppo evidente a favore del secondo. Lo certifica, nero su bianco, il settimo rapporto annuale al Parlamento dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Art). Firmato dal presidente dell’Authority, Andrea Camanzi, e il presidente della Camera, Roberto Fico. “Quando la legge ha rimosso la distinzione tra concessioni autostradali nuove e in essere, è emerso il nodo irrisolto dell’asimmetria di rapporti tra concedente e concessionario”, ha affermato il numero uno dell’Art a pochi giorni dalla decisione del governo su Autostrade nel cui capitale Cassa depositi entrerà con una quota di maggioranza. A confermare lo sbilanciamento nel rapporto Stato-concessionari, carte alla mano, ci sarebbe una specifica indagine della Corte dei Conti, evidenziata anche in audizione nella Commissione Lavori pubblici al Senato. Ma, come se non bastasse, c’è un altro aspetto da non sottovalutare: “Lo sviluppo di un elevato numero di contenziosi innanzi al giudice amministrativo su alcune decisioni dell’Autorità”, ha detto Fico, sottolineando la necessità di rendere più chiare e meno suscettibili di interpretazioni le norme relative alle competenze dell’Autorità dei trasporti e di altre Autorità indipendenti. Intanto, Autostrade per l’Italia ha inviato al Mit l’aggiornamento del Piano economico finanziario quinquennale, come richiesto dallo stesso ministero. “Abbiamo apprezzato – ha detto Camanzi – che il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti abbia voluto inserire il riesame complessivo delle convenzioni che regolano i rapporti di concessione tra le priorità politiche”. E anche Fico è convinto che occorra procedere con urgenza al riequilibrio del rapporto tra concedente e concessionario nell’interesse pubblico. A seguito del decreto Genova, l’Autorità ha ora il potere di pronunciarsi anche sugli aggiornamenti e sulle revisioni delle convenzioni autostradali attualmente in vigore per verificare l’applicazione dei nuovi criteri di determinazione delle tariffe. Ma per incentivare la realizzazione degli investimenti e per garantire la trasparenza e l’equità dei pedaggi rispetto ai costi bisogna portare le gestioni ad una redditività competitiva sul mercato.