Cosa sono le armi chimiche: come funzionano e quante tipologie esistono

Cosa sono le armi chimiche: come funzionano e quante tipologie esistono? La nuova minaccia della Russia che aleggia sulla guerra in Ucraina.

Cosa sono le armi chimiche: come funzionano e quante tipologie esistono

Cosa sono le armi chimiche: come funzionano e quante tipologie esistono? Dopo le armi termobariche, la Russia sta rivolgendo all’Ucraina nuove accuse e minacce nel tentativo di annientare la resistenza di Kiev.

Cosa son le armi chimiche e qual è il ruolo dell’Opcw?

Una nuova minaccia aleggia sui territori dell’Ucraina: lo spettro delle armi chimiche. Mosca, infatti, sta accusando gli Stati Uniti di aiutare Kiev a preparare simili strumenti bellici in laboratorio mentre Washington sta allertando il Governo ucraino rispetto al rischio che il Cremlino ne ordini l’uso.

Secondo il direttore della CIA, William Burns, “l’uso di armi chimiche è un rischio serio”. Il premier britannico Boris Johnson, invece, ha affermato di avere il timore che la Russia decida di usarle, precisando che una simile mossa sarebbe “nello stile” del presidente russo Vladimir Putin.

Da un punto di vista normativo, il ricorso alle armi chimiche è bandito ai sensi della Convenzione sulle armi chimiche (Cwc) entrata in vigore il 29 aprile 1997, messa in atto dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw). L’obiettivo dell’ente, al quale hanno aderito 193 Paesi, consiste nel vietare “l’uso, lo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento su larga scala di armi chimiche e dei loro precursori”.

Ognuno degli Stati che fa parte dell’Opcw e che aderisce alla convenzione ha l’obbligo di dichiarare di quante e quali armi chimiche sia in possesso e di provvedere alla loro distruzione. Il compito dell’ente, poi, consiste nel verificare attraverso ispezioni che le armi siano state effettivamente distrutte.

Secondo le stime dell’Opcw, la Russia dovrebbe aver distrutto tutte le sue armi chimiche – pari a circa 40 mila tonnellate – nel 2017.

Come funzionano e quante tipologie esistono?

Le armi chimiche sono impiegate in guerra che sfruttano proprietà tossiche di specifiche sostanze chimiche al fine di danneggiare, ferire o uccidere il nemico. Nella definizione di “armi chimiche”, vengono inclusi anche i dispositivi che vengono utilizzati per trasportare le sostanze come, ad esempio, bombe, mine o proiettili.

Sono suddivise in gruppi che si articolano in base alla loro azione:

  • Agenti nervini: agiscono in pochi secondi per inalazione o contatto. Provocano l’inibizione di un enzima del sistema nervoso noto come acetilcolinesterasi, causando problemi visivi, nausea, mal di testa, convulsioni, paralisi, vomito e morte. I più noti agenti nervini sono il Sarin, la Ciclosarina, il VX, il Soman e il Tabun;
  • Agenti asfissianti: vengono dispersi come gas e hanno un’azione immediata. Colpiscono le vie respiratorie e provocano la produzione di liquido negli alveoli polmonari provocando una sorte di morte per annegamento;
  • Agenti blister, tra i più comuni. Sono sostanze oleose che si attivano per contatto o inalazione e attaccano la pelle, gli occhi e le vie respiratorie presentandosi dapprima come sostanze irritanti e poi come veleno. Provocano gravi ustioni, cecità e danni permanenti al sistema respiratorio. Tra le sostanze più note della categoria, figurano lewisite e fosgene ossima, senape di azoto e mostarda di zolfo;
  • Agenti del sangue come cloruro di cianogeno, acido cianidrico e arsina. Inibiscono la capacità delle cellule di trasportare l’ossigeno e inducono una morte per soffocamento. Solitamente, questi agenti entrano nel corpo per inalazione e si diffondono tramite il sangue;
  • Agenti antisommossa, che comprendono gas lacrimogeni e spray al peperoncino. Gli Stati possono possedere gli agenti antisommossa e usarli per far rispettare la legge nazionale in modo legittimo ma devono rendere noto di quali tipi di arma siano in possesso.