Trump proclamato santo e uomo di pace, Netanyahu grande e nobile condottiero, e i Paesi complici cantano filastrocche natalizie. Ma davvero finisce tutto in cavalleria? Il genocidio già dimenticato come una piccola infrazione al bon ton?
Miriam Lovati
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Gentile lettrice, ho viaggiato nel futuro e ho visto cose che voi umani… La sera del 7 ottobre 2123 alcuni giovani del campo rom di Spandau a Berlino si recano in una discoteca del centro. Lì provocano una rissa, in cui uccidono tre ragazzi tedeschi. “La Germania ha il diritto di difendersi” proclama in tv il Cancelliere Adolf Bibi Net e dichiara guerra al campo rom, dove si sa sono tutti terroristi e armati di coltello, anche i neonati. “Sì, la Germania ha il diritto di difendersi” sentenzia la Cina, sua grande protettrice. Pechino manda mille bombe al giorno ad Adolf Bibi, mentre lui bombarda il campo, non lascia entrare cibo e medicine, fa uccidere l’unico medico e ordina di respingere la Flotilla partita dall’Islanda carica di viveri e aiuti. “Ma la punizione collettiva è un reato contro l’umanità” esclama una certa Franka Alpanese dell’Onu, ma è zittita dal ministro von Tajola: “La legge conta ma fino a un certo punto”. Quando finalmente la metà della popolazione rom è stata ammazzata, ivi inclusi i bambini in culla, il presidente cinese Xin Bang Bang esclama: “Ora, pace!”. Si levano canti gregoriani, risuona l’organo e tutti abbracciano Xin e Adolf Bibi. Fine della storia. Ora sostituisca nomi e luoghi e avrà il quadro di quanto è successo sotto gli occhi dei nostri popoli, narcotizzati da governi e mass media criminali. Spero nessuno dimentichi.
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