Così la ‘ndrangheta puntava ai fondi europei

di Nerina Gatti

Breakfast, colazione in inglese, è il nome dell’indagine che da Reggio Calabria sta servendo un boccone amaro per tutta una serie di personaggi del panorama politico e imprenditoriale del nostro Paese e che sta sconfinando dal Principato di Monaco fino in Libano. Nell’inchiesta si intrecciano gli interessi della ‘ndrangheta, del mondo politico-istituzionale ed economico. Personaggi finora intoccabili, ossia una lobby segreta le cui radici sono lontane nel tempo e che si rinnovano a secondo delle convenienze, accrescendo il potere ed il denaro dei propri componenti.
Pochi giorni prima della clamorosa operazione che ha portato arresto dell’ex ministro Claudio Scajola, e che coinvolge l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, il pm Giuseppe Lombardo, ossia il giovane magistrato che ha coordinato l’indagine, aveva pronunciato delle parole che ora sembrano un avvertimento. Nella requisitoria del processo che vedeva alla sbarra le cosche che comandano a Reggio Calabria, ammoniva: “La ‘ndrangheta non finisce qui. Bisogna ripartire da qui per far emergere la metà che decide e si veste con abiti da cerimonia e frequenta ambienti dove gli abiti da lavoro non sono ammessi.” È importante tenere a mente questo processo, chiamato Meta, perché è da qui che il giovane sostituto dell’Antimafia ha di fatto rivoluzionato il modo tradizionale di vedere la ‘ndrangheta e che ha sancito l’esistenza di una ‘ndrangheta di visibili e di invisibili. Manco a dirlo, tutti condannati, in una sentenza che farà storia.

Ecco chi sono gli invisibili
E’ caccia agli invisibili, coloro che in comunione di intenti con i boss, si muovono nei salotti buoni, che bevono champagne insieme al jet set a Monte Carlo ma che non disdegnano una tradizionale riunione al santuario della Madonna di Polsi, luogo emblematico della simbologia ‘ndranghetista. Personaggi invisibili come lo era Matacena. Un ruolo che viene spiegato in modo efficace dalla ricostruzione di un pentito che riferisce di una riunione di ‘ndrangheta tra l’agosto e il settembre del 1991, nel Santuario a Polsi nella quale l’argomento principale era “l’individuazione di un nuovo partito politico da cui ottenere appoggi e protezioni, che avrebbe sostituito la DC che non dava più garanzie agli uomini d’onore.” Alla riunione, oltre ad importanti esponenti delle cosche era presente Amedeo Matacena.
Con la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e la conseguente fuga a Dubai, a Matacena, e al sistema criminale, occorreva trovare il modo per continuare a curare gli enormi interessi imprenditoriali e al tempo stesso procurarsi una continuità politica. Scajola è il candidato ideale, vista anche la prospettiva di una candidatura dell’ex ministro alle elezioni europee per Forza Italia. Questa “golosa prospettiva” sfuma ed è allora che Scajola, in alcune conversazioni con la moglie, racconta di aver parlato con Letta e Confalonieri e di averli minacciati: “se il problema non si risolve scoppia un casino indimenticabile.” Per ora le minacce non si sono concretizzate, ma visto il ragguardevole archivio ammassato negli anni dall’ex responsabile del Viminale e l’imminente interrogatorio da parte dei magistrati reggini, chissà che l’ex ministro non riservi qualche sorpresa.

Il vero obiettivo
La ‘ndrangheta vuole mettere le mani sui fondi europei e quindi cerca referenti da portare al parlamento europeo. Questa iniziativa era stata già stata documentata dagli investigatori reggini nel 2002, come evidenziato nell’informativa del 15 ottobre 2013, che riporta un’intercettazione ambientale registrata nello studio dell’avvocato Paolo Romeo. L’ex politico reggino diceva: «Se esce Matacena parlamentare europee è già una cosa… che si entra… uno può fare l’ira di Dio con i finanziamenti pubblici.. poi dopo le Europee ci sono le Regionali». Paolo Romeo è ben noto alle procure italiane, deputato alla camera per il Psdi, fu arrestato e condannato in via definitiva, anche lui, per aver favorito la ‘ndrangheta. Come mai è stata inserita proprio quell’intercettazione? Che gli avvisi di garanzia siano solo all’inizio?