Cottarelli, Becchi e pure Bertolaso. I telecatastrofisti che vedono tutto nero. Economisti, virologi e filosofi. Profeti della sciagura a reti unificate

In ogni criticità ci sono due tipi di persone: quelle che hanno un atteggiamento positivo e costruttivo e quelle che hanno un atteggiamento negativo e che cercano di deprimere l’atmosfera generale. A chi non è mai capitato di avere un amico che quando compare una nuvoletta in cielo vi spiega che ormai la gita fuori porta è fallita perché pioverà? Ma se nelle cose di tutti i giorni i menagrami dopo tutto producono danni limitati diverso è il fatto se la loro azione si esplica a livello sociale magari amplificata dai media e magari in una situazione già assai difficile come può essere quella in cui siamo precipitati per l’emergenza del Coronavirus.

IPSE DIXIT. Incominciamo da Guido Bertolaso, già a capo della Protezione Civile, che in una intervista ha iniziato bene dicendo che l’isteria di massa è un problema aggiuntivo a quelli che già provoca il virus, ma poi ci mette il carico da undici affermando che il Coronavirus non è l’unica emergenza che dobbiamo affrontare a breve. Infatti, secondo l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ai tempi di Berlusconi premier, sta arrivando per la prossima estate anche una siccità di proporzioni bibliche. Grazie. Ne sentivamo veramente il bisogno. Carlo Cottarelli (nella foto), che spesso compare in periodi di crisi politica e non, rilascia interviste in cui dice che c’è da aspettarsi una bella recessione mondiale.

GIRAVOLTE SPAZIALI. Poi ci sono i catastrofisti virali che vanno in video e sui social con il risultato di spaventare la gente che già è abbastanza spaventata di suo. Premesso che non entriamo nel merito tecnico della pericolosità del contagio, ma andare ogni ora a dire – come fa Roberto Burioni – che stiamo ai livelli della famigerata influenza spagnola che fece milioni di vittime in tutto il mondo nel secolo scorso non è che aiuti esattamente a risollevare il morale già pesantemente prostrato degli italiani. Anche perché, a livello appunto scientifico, la tesi del virologo è stata efficacemente contrastata da due illustri colleghe, Ilaria Di Capua e Maria Rita Gismondi, che dicono che la malattia rientra in sindromi un poco più gravi della comune influenza pur essendo naturalmente da tenere d’occhio. E che dire di Walter Ricciardi? Il membro dell’Organizzazione mondiale della sanità, aveva attaccato duramente il governo dicendo che l’emergenza era stata mal gestita chiudendo i voli diretti dalla Cina. Ma ora che è stato cooptato come consigliere governativo dal ministro della Salute, Roberto Speranza, avrà sicuramente modo di mostrare più moderazione.

CARTA STRACCIA. E poi c’è il discorso media. Gianluca Castaldi, senatore Cinque Stelle e sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, fa notare i titoli di alcuni giornali che sfruttano la crisi per avere visibilità. Libero: “Conte che figuraccia”; La Verità: “La vera emergenza il Contevirus”; Il Giornale: “Il virus è Conte”; La Repubblica: “Italia? No grazie”. In buona compagnia di Italia Oggi, che per non essere da meno, si accoda con “Governo scaricabarile”. E poi l’utilizzo del termine storpiato Giuseppi (come lo pronunciò Trump) se all’inizio poteva strappare un sorriso ora ha decisamente stufato. Dalla carta stampata alle tv, ecco Paolo Liguori che dice che “sue fonti” gli hanno detto che “il virus è scappato da un laboratorio cinese”, facendo peraltro un torto ai pipistrelli che ne rivendicano la primogenitura. Infine c’è Paolo Becchi, professore universitario, un grande amore con Grillo alle spalle che ora lo porta a dire: “Italia senza speranza”. Grazie per l’incoraggiamento prof! In tanti non hanno ancora capito che siamo tutti sulla stessa barca e dimenarsi per affondarla non gioverà a nessuno.