Cresce il partito di chi vuole andare alle urne

di Angelo Perfetti

Se vogliono modificare ora la legge elettorale, “dopo che non l’hanno fatto per 6 anni, è per farla diventare un “superporcellum” e non fare entrare noi in Parlamento”. Beppe Grillo, lasciando il palazzo della Rai di viale Mazzini dopo l’incontro avuto con il direttore generale Luigi Gubitosi, si scaglia anche contro il sistema elettorale. Ma non è solo un suo pensiero. Le elezioni sono la seconda linea dei pensieri politici del momento. Tutti concentrati ufficialmente nel capire se e come il governo Letta potrà andare avanti, ma in realtà altrettanto concentrati a capire come l’elettorato prenderebbe un nuovo ricorso alle urne.
Un occhio ai sondaggi, l’altro puntato sugli equilibri interni e la premiership. Un dibattito che coinvolge tutte le forze in campo; il Pd bloccato sul fronte del congresso, il Pdl sulla successione del Cavaliere (che potrà fare i padre nobile del partito ma non potrà certo fare il premier) e sul futuro di Forza Italia. Grillo stesso non può fare il candidato premier (anche per lui una condanna, per omicidio colposo) e dunque anche i 5 Stelle hanno bisogno di capire su chi puntare. La domanda è: andare a votare con questa legge elettorale o cambiarla per poi votare con una nuova legge? E la domanda collegata a doppio nodo è: a chi conviene la prima opzione e a chi la seconda? Il Pd allunga sul Pdl (anche se Berlusconi ha in mano sondaggi che lo vedono ancora al primo posto) e diviene primo partito con il 28% e quasi il 2% in più del partito di Berlusconi, la differenza tra Centrodestra e Centrosinistra è inferiore alla camera all’1%, il M5S sembra mostrare qualche segno di ripresa puntando al 21%. Ma è soprattutto il partito del non voto a recuperare consensi, se così si può dire: l’astensione infatti ha raggiunto un nuovo massimo al 41,5% segno inequivocabile del distacco e della difficoltà degli italiani a seguire la politica. Insomma se si andasse a votare ora, con lo scenario attuale, non ci sarebbe alcuna maggioranza certa al Senato, e se molti hanno compreso la fretta di Berlusconi (sul quale pende il rischio di incandidabilità a breve), non si capisce la fretta di Grillo di andare al voto subito con questa legge, visto che nemmeno nelle più rosee previsioni il M5S avrebbe la maggioranza nella Camera Alta, nemmeno se incrementasse in maniera sostanziosa l’ottimo risultato del febbraio scorso. Il “Porcellum” piace a chi comanda nei partiti, molto meno alla gente.