Crosetto torna alla carica contro la magistratura: “Le regole dello Stato le decide il Parlamento”

Durante l'informativa urgente alla Camera, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, torna alla carica sul ruolo della magistratura.

Crosetto torna alla carica contro la magistratura: “Le regole dello Stato le decide il Parlamento”

Lo scontro tra il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e la magistratura non si spegne. Ancora una volta è lo stesso Crosetto a rilanciarlo in occasione dell’informativa urgente alla Camera sulle sue dichiarazioni sulla magistratura. 

Per il ministro va chiarito che la rappresentanza spetta alla politica, che ha il compito di stabilire le regole, le leggi. Compito che, invece, non spetta alla magistratura. 

Crosetto rincara la dose sulla magistratura

Il ministro della Difesa ritiene che sia legittimo chiedersi e definire, “con questo Parlamento e non il governo, le regole entro le quali si confrontano, interagiscono, lavorano i poteri dello Stato: la rappresentanza appartiene alla politica. La rappresentanza non appartiene alla magistratura e neppure all’Esecutivo: appartiene per la Costituzione a quest’Aula e a quella del Senato, appartiene al Parlamento”. 

Secondo Crosetto spesso si ipotizza che la magistratura “debba avere un ruolo che va al di là, secondo me, di quello che la Costituzione gli attribuisce, io penso che sia giusto riportare all’interno di quest’Aula il dibattito su quale deve essere il ruolo, su quali devono essere i confini, non solo della magistratura ma anche del Parlamento e del governo: ognuno sulle sue cose”.

Per Crosetto il ruolo della magistratura non è intervenire su alcune leggi o supplire all’attività parlamentare. Il ministro torna poi sulle sue dichiarazioni, in un’intervista al Corriere della Sera, che hanno fatto nascere la polemica e lo scontro con la magistratura: “Il mio non è stato un attacco alla magistratura, le mie sono state riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere non in modo carbonaro ma in modo molto evidente”. 

Per il ministro della Difesa, “sarebbe l’ora di costruire un tavolo di pace nel quale si definiscono le regole per la convivenza nei prossimi anni. Non è possibile che ci sia uno scontro dal ’94 a oggi senza riportare la discussione e la composizione all’interno di quest’aula, che per la Costituzione è il luogo dove le regole vengono fatte”.