Via libera del Cts alla riapertura delle discoteche in zona bianca. Fissati i criteri. Ma a decidere la data sarà il Governo

Via libera del Comitato tecnico scientifico all'apertura delle discoteche in zona bianca. Locatelli: "Potranno riaprire ma con alcuni criteri".

Via libera del Cts alla riapertura delle discoteche in zona bianca. Fissati i criteri. Ma a decidere la data sarà il Governo

Via libera del Comitato tecnico scientifico all’apertura delle discoteche in zona bianca. E’ questa, secondo quanto riferisce l’Ansa citando fonti del Cts, l’indicazione degli esperti che nel parere che consegneranno al governo non hanno però indicato una data per la riapertura: dovrà essere l’esecutivo ad indicarla.

Il Cts ha anche fissato una serie di paletti: si potrà entrare nelle discoteche solo con il green pass (certificato di guarigione o di vaccinazione o tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti), andranno mantenuti i contatti dei clienti per 14 giorni, in modo da consentire il tracciamento in caso di necessità, e gli ingressi saranno contingentati.

“Le discoteche riapriranno ma con alcuni criteri” ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore dello stesso Cts, Franco Locatelli. “Stabilire una data per la riapertura delle discoteche spetta alla politica – ha aggiunto Locatelli – posso dire che uno dei criteri suggeriti è quello del ‘green certificate'”. Il Cts non si è dunque espresso su una data per la riapertura delle discoteche. Deciderà quindi il governo e sono due le opzioni più probabili: o il 3 o il 10 luglio.

“Mi auguro che le discoteche possano riaprire gradualmente entro i primi 10 giorni di luglio, oggi il tema viene discusso dal Cts” ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, incontrando i giornalisti all’esterno del punto vaccinale allestito al PalaPrometeo di Ancona. “Credo che sia giusto dare ai gestori una data certa per la ripartenza – ha aggiunto -, in questo senso la politica si assuma la responsabilità. Sulle discoteche non dobbiamo fare l’errore di pensarle solo come luoghi di divertimento, perché sono delle vere e proprie aziende. E’ un comparto che conta 3mila locali, 100mila addetti e 2 miliardi di fatturato”.

In via preliminare il CTS ha sottolineato come:

·         il quadro epidemiologico attuale sia caratterizzato da una circolazione contenuta del virus SARS-CoV-2 nel territorio nazionale ma allo stesso tempo stia emergendo progressivamente la variante delta che secondo ECDC è destinata diventare dominante nei paesi europei nei mesi estivi;

·         quest’ultima è caratterizzata da una capacità di trasmissione significativamente più alta rispetto alla variante Alfa e richiede, per ottenere un’efficace protezione, il completamento dell’intero ciclo vaccinale;

·         le attività di questo settore siano note come tra quelle a maggior rischio di trasmissione e come anche nel passato recente sia stato confermata questa tipologia di rischio

·          gli utenti di queste tipologie di attività in larga parte appartengono alle fasce di età più giovani che allo stato attuale sono tra quelle con le coperture vaccinali più basse in particolare se ci si riferisce al ciclo vaccinale completo e rappresentano anche i soggetti intrinsecamente più suscettibili a diffondere la variante Delta caratterizzata da maggior capacità infettante rispetto alle varianti attualmente in circolazione;

In questo contesto, pertanto, l’apertura delle discoteche, può essere considerata laddove i protocolli prevedano che:

1.      le attività siano limitate ai contesti che possano garantire lo svolgimento esclusivamente all’aperto;

2.      l’ingresso sia essere limitato ai possessori di un certificato verde valido che non può essere sostituita da autocertificazione;

3.      l’affollamento non possa superare il 50% della capienza massima ivi incluso il personale di servizio e dipendente;

4.      Chiunque abbia una temperatura superiore a 37,5 o sintomatologia compatibile con Covid-19 eviti di accedere;

5.      sia garantita la tracciabilità degli utenti presenti;

6.      l’utenza sia resa consapevole che tali attività tra quelle a maggior rischio di assembramento e trasmissione del virus SARS-CoV-2 che è pertanto necessario adottare comportamenti responsabili e tali da ridurre il rischio di trasmissione;

7.      le eventuali attività di ristorazione e bar siano soggette alle regole già vigenti;

“Il CTS raccomanda infine che le Autorità Sanitarie Locali e le altre istituzioni coinvolte nella sicurezza siano coinvolte nella validazione e rispetto dei protocolli di prevenzione ed igienico sanitari a garanzia del massimo rispetto delle misure di sicurezza.”

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