Da Zaporizhzhia a Teheran, dilaga l’incubo atomico

Per l'Aiea i russi vogliono manipolare i dati sulla centrale ucraina di Zaporizhzhia. E l'Iran mente sui piani nucleari.

Da Zaporizhzhia a Teheran, dilaga l’incubo atomico

Continua a giocare col fuoco il presidente russo Vladimir Putin che, dal palco dell’Eastern Economic Forum di Vladivostok, ha affrontato con fare sprezzante temi delicati come la sicurezza nazionale e internazionale. Attaccando l’Occidente, lo Zar ha parlato di fantomatiche “pressioni” esercitate da Usa e Ue sugli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in missione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Ieri Putin ha parlato di fantomatiche “pressioni” esercitate da Usa e Ue sugli ispettori dell’Aiea in missione a Zaporizhzhia

Il leader del Cremlino, però, è stato prontamente smentito. A fare pressione sul direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi, infatti, è stata la delegazione russa che ha tentato di corrompere l’agenzia dell’Onu, spingendo a sminuire il rischio atomico che incombe sull’impianto.

A dichiararlo è stato il rappresentante permanente dell’Ucraina presso le nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, durante il suo intervento alla riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu dedicata alla centrale di Zaporizhzhia. Durante la missione, le forze russe hanno cercato “disperatamente di manipolare il rapporto”, ha detto.

Nel report dell’Aiea, la situazione a Zaporizhzhia è stata descritta come “insostenibile” e appare pressoché anacronistico ipotizzare che Grossi abbia ceduto al pressing della potenza orientale. In caso contrario, si aprirebbe uno scenario devastante.

Intanto, Mosca persiste nel fornire la sua versione alternativa dei fatti, respingendo quanto asserito nel report sulla presenza di armi nel sito. “Nel rapporto si parla della necessità di allontanare la tecnologia militare dall’area dell’impianto. Ma non c’è tecnologia militare sul terreno”, ha affermato Putin.

Le autorità ucraine stanno valutando di spegnere la centrale nucleare

La precarietà che incombe sulla centrale tiene in tensione il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Per questo motivo, il maggiore esperto dell’Ispettorato dello Stato per la sicurezza nucleare e delle radiazioni (Snriu) di Kiev, Oleh Korikov, ha rivelato che si sta valutando di spegnere la centrale: si teme soprattutto per le riserve di diesel usate per i generatori di backup.

E, mentre il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov chiede “chiarimenti al direttore generale dell’Aiea” sul report, l’operatore nucleare ucraino Energoatom si è detto favorevole all’invio di caschi blu nell’impianto.

Ma l’impianto a Zaporizhzhia non rappresenta l’unica fonte di preoccupazione per l’Aiea. Ieri, l’agenzia dell’Onu ha comunicato di “non essere in grado di fornire garanzie che il programma nucleare iraniano sia esclusivamente pacifico”, asserendo che “non c’è stato alcun progresso” rispetto alle tracce di materiale atomico rilevato in siti non dichiarati dalla Repubblica islamica.

In Iran, sono state scoperte scorte di uranio arricchito che superano di 19 volte i limiti fissati con l’accordo sul nucleare siglato nel 2015. Con il report stilato, quindi, appare evidente la determinazione di Teheran di non limitarsi a un uso civile della risorsa ma di volerne sfruttare anche le capacità militari.

Intervenendo sulla questione, Grossi si è detto “sempre più preoccupato” e ha invitato il Paese “ad adempiere ai propri obblighi legali”. Alla luce di quanto riferito dall’Aiea, gli allarmi lanciati dagli Usa negli ultimi anni appaiono sempre più reali mentre si attende che l’Iran fornisca delucidazioni sulla segnalazione dell’agenzia.