Dal Capitano la solita litania sui porti aperti. L’ultimo sermone su Lampedusa invasa fa infuriare il sindaco dell’isola

L’ennesima conta. Matteo Salvini continua a dare i numeri. “171 immigrati sbarcati solo ieri (mercoledì, ndr) in Sicilia, altre centinaia già a bordo delle navi delle Ong che arriveranno in Italia”. Poi diventano 200 immigrati gli immigrati sbarcati a Lampedusa “e nessuno lo dice”. Senza contare “altri 300” già “sulle barche delle Ong”, recita la contabilità quotidiana rifilata dal Capitano al pubblico di Gualdo Tadino, ultima tappa del tour in vista delle Regionali in Umbria. Il rosario continua poi con la solita litania: “Adesso l’Italia apre i porti i libici e tunisini non si muovono, Macron parla con Conte e se la ride. Ma nei territori dove ci sarà la Lega diciamo no a tutto questo”. Poi la benedizione di rito: “Noi ci stiamo impegnando a limitare i danni. Se da Roma chiameranno per mandare immigrati, in Umbria se ci saremo noi diremo di no”. La messa è finita e i presenti vanno in pace.

MESSA CANTATA. Un po’ meno il sindaco di Lampedusa, l’Isola tirata in ballo da Salvini nel sermone quotidiano, che non le manda certo a dire all’ex ministro dell’Interno. “Con il nuovo Governo è cambiato l’atteggiamento nei confronti di Lampedusa”. Parola del sidaco, Totò Martello, ai microfoni di Radio Cusano Campus. “Fino a un paio di mesi fa non venivamo presi in considerazione. In quattordici mesi non abbiamo mai ricevuto una telefonata, mai un documento per comunicarci qualsiasi informazione che ci riguardava”, accusa il primo cittadino dell’Isola siciliana. “Una semplice telefonata, come quella che mi è stata fatta dal ministero dell’Interno (Luciana Lamorgese, ndr) sul caso dei migranti della Ocean Viking, è un cambiamento di rotta radicale – conclude il sindaco Martello -. Con il precedente governo c’è stata la cancellazione geografica di Lampedusa anche nei discorsi, sui social. Praticamente Lampedusa non faceva parte della geografia politica. Oggi ci parlano, ci interpellano, vuol dire che siamo tornati ad essere italiani”. La contromessa (cantata) è servita.

“Noi ci stiamo impegnando a limitare i danni. Se da Roma chiameranno per mandare immigrati, in Umbria se ci saremo noi diremo di no”. “Io lavoro per risolvere i problemi. La scorsa settimana sono andato a incontrare il nuovo ministro dell’Interno (Luciana Lamorgese, ndr). Non sono come quei bambini ai giardinetti che si portano via il pallone. Io amo il mio Paese, e se posso essere utile, dare consigli… ma ahime’ stanno facendo l’esatto contrario di quello che dovrebbero fare”. Cosi’ il leader della Lega Matteo Salvini intervenuto nel programma ‘Un giorno speciale’ su Radio Radio e Radio Radio Tv. “La ministra mi ha ringraziato, le ho detto che sono a disposizione se serve – ha aggiunto – Ma ci sono dei decreti sicurezza in vigore che prevedono che il ministro dell’Interno firmi il divieto di ingresso nelle acque territoriali per le navi non autorizzate. Questa Ocean Viking ha raccolto a bordo fino a 150 immigrati, può arrivare a 400. Se la fai andare e tornare ignori la legge vigente, fai l’interesse di qualche cooperativa”.