Dal Covid al Recovery Fund. Per Merkel la strada è in salita. I negoziati europei concentrati sulla Next Generation. Conte ricuce con la cancelliera: “Nessun attrito”

Una presidenza del Consiglio Ue molto difficile, in uno dei momenti più drammatici della storia recente non solo nel Vecchio continente ma in tutto il mondo, alle prese con una pandemia non ancora superata e una crisi economica senza precedenti ma al contempo molto ambizioso che si propone di disegnare un’Europa più equa, senza squilibri, sotto il segno del “green”, della sostenibilità e dell’innovazione digitale. Una sfida a cui la Germania di Angela Merkel non si tira certo indietro: da ieri, 1 luglio, fino al 31 dicembre a lei è affidato il “rilancio” dell’Europa per renderla più forte e più solidale.

“A questo obiettivo lavorerò con tutte le forze”, queste le parole usate dalla cancelliera in un video pubblicato sul sito del governo tedesco e su twitter. L’Italia, da parte sua, spera sul fatto che la Germania possa spingere affinché venga trovato un accordo sul Recovery Fund il prima possibile, possibilmente entro l’estate, e conta sugli ottimi rapporti fra la Merkel e Giuseppe Conte. “Siamo molto fiduciosi sul tuo potere negoziale, hai tutto il nostro appoggio”, ha tenuto a far sapere il nostro capo del governo alla sua omologa tedesca, un rapporto dunque saldo e cordiale, che non ha mai conosciuto vere e proprie frizioni, neanche sul Mes, di cui i due leader hanno parlato in un colloquio telefonico martedì. Proprio rispetto al fondo Salva Stati, Conte sta affrontando una partita non certo facile, stretto tra la contrarietà di parte del M5S ad utilizzare i 37 miliardi messi a disposizione e il pressing del Pd che chiede di decidere al più presto.

In ogni caso, il premier, ha respinto le pressioni dei dem, ribadendo anche ieri che qualsiasi decisioni sarà rimandata a settembre e che il cuore delle conversazioni a livello europeo al momento non è rappresentato dal Mes ma dal pacchetto Next Generation Ue (che comprende anche il Recovery così come proposto da Ursula Von der Leyen, cioè con la previsione di 750 miliardi di euro).Ufficialmente la Merkel sta facendo un giro di conversazioni con gli altri leader degli Stati membri per presentare i punti chiave del suo semestre di presidenza, ma di fatto sono contatti per arrivare ad un compromesso sull’entità e la natura degli strumenti da mettere in campo per affrontare crisi economica.

Lo scoglio, come è ormai noto da settimane, è rappresentato da quei tre o quattro Paesi cosiddetti “frugali”, Olanda e Austria in testa, che ancora non vogliono accettare un’equa ripartizione fra prestiti e finanziamenti a fondo perduto, e la creazione di un’Europa che sia davvero “solidale”, come peraltro ribadito dalla stessa cancelliera a più riprese: “Il Fondo europeo è uno strumento doveroso e urgente in questo momento. In questo modo – ha spiegato – i parlamenti dei Paesi membri avrebbero il tempo di ratificarne le misure entro la fine dell’anno e potrebbero entrare in vigore nel 2021. Non dobbiamo permettere che la pandemia crei forti squilibri economici e che produca una divisione profonda in Europa, spero che tutti trattino nello spirito del compromesso”.

E ancora: “Durante la presidenza tedesca del Consiglio dell’Ue, faremo tutto il possibile per affrontare insieme e in modo lungimirante la sfida del Covid-19 e per aiutare l’Europa a riprendersi. È più importante che mai stabilire priorità chiare e unire le forze”. L’obiettivo principale sarà quindi il “definitivo superamento della pandemia e la ripresa”, con misure per sanare sul piano economico e sociale le ferite della crisi, obiettivo ben chiaro anche al premier Conte che ha ribadito che l’Italia non accetterà nessun compromesso al ribasso, a costo di mettersi di traverso sulle cifre del prossimo bilancio europeo se ciò non avverrà.