Dal Governo Meloni una Manovra senza visione e tante promesse tradite

Il Governo Meloni tenta di spacciare la Manovra per un successo fondato su serietà e realismo.

Dal Governo Meloni una Manovra senza visione e tante promesse tradite

“Parole, parole, parole” il refrain di una straordinaria canzone italiana che ben si addice al tentativo governativo di spacciare la Manovra per un successo fondato su serietà e realismo. La serietà prevede che le promesse si mantengano: basta dare un’occhiata al capitolo pensioni per capire che la situazione è cambiata in peggio, non solo la Meloni ha dovuto rinunciare alla cancellazione dell’odiata legge Fornero ma ha addirittura inasprito i requisiti per uscire dal lavoro prima di aver compiuto 67 anni. Quota 41, la bandierina lungamente sventolata dalla Lega è ora a mezz’asta.

Il Governo Meloni tenta di spacciare la Manovra per un successo fondato su serietà e realismo

Il realismo vorrebbe invece la capacità di guardare ai problemi degli italiani senza mistificazioni, a partire dall’annosa questione della sanità. Perché se è vero che le risorse vanno ottimizzate e investite al meglio, è altrettanto evidente che ci sono costi che non possono essere compressi a meno che non vi sia il disegno di consegnare la sanità pubblica ai privati. Ad evidenziare il disagio non sono solo i detrattori della Premier, ma anche governatori di regioni e amministratori locali che rappresentano per colore partitico la sua maggioranza di governo.

Dei 24 miliardi complessivi per la finanziaria solo 3 sono destinati alla sanità ma – la cosa che maggiormente inquieta – è la posizione della Meloni sul finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale che l’ha portata a descrivere come un successo la crescita di anno in anno della spesa sanitaria. Peccato che questa non sia rapportata al Pil e che non tenga dunque conto tra le varie voci dell’incremento del costo della vita e degli enormi problemi che ne derivano per i cittadini.

Le tensioni geopolitiche diventano un alibi per coprire l’imbarazzo delle destre

Certo, se poi si pensa di risolvere il disagio delle infinite liste d’attesa caricando di ulteriore lavoro il già provato personale medico il disastro è servito. A fronte di questa preoccupante situazione, la crisi medio-orientale e le eventuali ripercussioni sullo scenario nazionale costituiscono lo scudo dietro cui nascondere all’occorrenza le proprie incompetenze. Così, quella che viene spacciata per “serietà e realismo” è la mancanza totale di “visione e coraggio” di cui avremmo tanto bisogno.

Al danno si unisce la beffa grazie all’esultanza di Salvini per misure che spaccia come successi (flat tax e pensioni, dove sono?) e che gli consentono di avere qualche titolo di giornale: la riduzione del canone Rai di un quarto e il Ponte sullo stretto i cui cantieri saranno aperti per l’estate 2024. Ma se l’economia italiana non se la passa bene anche la democrazia è messa maluccio, il diktat di Meloni e Salvini che suona come “zero emendamenti” suona più come un “zero rispetto” per gli italiani e per le istituzioni che rappresentano.

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