Lo scandalo Pfizergate, l’uso della legge digitale Ue per influenzare le elezioni e l’approvazione del piano di Riarmo con la procedura d’urgenza. Sono queste alcune delle motivazioni contenute nella mozione di sfiducia alla Commissione Ue ed alla sua presidente Ursula von der Leyen che sarà votata giovedì prossimo a Strasburgo.
Il testo, primo firmatario l’esponente Ecr rumeno, Gheorghe Piperea, è stato sottoscritto in tutto da 77 eurodeputati, tra loro 27 esponenti di Ecr, da tutti e 26 eurodeputati di Esn, 6 del gruppo dei Patrioti e 18 non iscritti.
Le motivazioni della mozione di sfiducia a Ursula e alla sua Commissione
“La Commissione guidata dalla Presidente Ursula von der Leyen – si legge nella mozione resa pubblica ieri – non gode più della fiducia del Parlamento per quanto riguarda il rispetto dei principi di trasparenza, responsabilità e buona governance, essenziali per un’Unione democratica”.
I firmatari aggiungono che “l’ingerenza illecita della Commissione nelle elezioni degli Stati membri, attraverso un’applicazione scorretta della legge sui servizi digitali, rappresenta una grave violazione del suo mandato” e che “l’uso abusivo, da parte della Commissione, dell’articolo 122 Tfue come base giuridica per il regolamento Safe, un’iniziativa di finanziamento della difesa da 150 miliardi di euro, costituisce una grave violazione”.
Gli eurodeputati ritengono infine “che tale abuso procedurale mina la fiducia nelle istituzioni dell’Unione e minaccia l’integrità del quadro giuridico dell’Unione” e invitano “la Commissione a dimettersi a causa delle ripetute inadempienze nel garantire la trasparenza e del suo persistente disprezzo per il controllo democratico e lo Stato di diritto all’interno dell’Unione”.
Il M5S denuncia: Meloni sarà la stampella di Ursula
La mozione di censura presentata a von der Leyen dall’europarlamentare Piperea, alleato di FdI al Parlamento europeo, “certifica l’implosione del gruppo Ecr. I polacchi del Pis e i rumeni di Aur hanno infatti firmato la mozione nonostante i numerosi tentativi del Copresidente di Ecr Nicola Procaccini di convincerli a ritirare le firme”, ha denunciato Gaetano Pedullà, europarlamentare del M5S. “Nel voto previsto giovedì prossimo tutti gli italiani potranno constatare che Meloni è diventata ormai la stampella di Ursula von der Leyen, la migliore alleata delle sue politiche di austerity, del riarmo e dell’Europa delle finanze e delle banche. Sono lontani i tempi in cui la Meloni arringava le folle contro gli inciuci europei e giurava che mai avrebbe votato con i socialisti. Tutto archiviato, per qualche strapuntino e poltrona a Bruxelles”, ha concluso l’eurodeputato.