Mattarella non fa sconti a Draghi. Dal precariato alla giustizia. Il presidente difende la centralità del Parlamento. Che il Governo ha umiliato con 36 fiducie in un anno

Il presidente Sergio Mattarella difende la centralità del Parlamento. Che il Governo ha umiliato con 36 fiducie in un anno.

Applausi, a ripetizione. Per una serie di questioni aperte, dagli infermieri dimenticati, in attesa dei riconoscimenti promessi, alla richiesta di rispetto verso un Parlamento, troppe volte calpestato da decreti e voti di fiducia. Tanti problemi da affrontare nei prossimi mesi, anzi giorni. Non è stata la riedizione di quanto visto con Giorgio Napolitano, che con i suoi metodi ruvidi aveva scudisciato il Parlamento nel giorno dell’insediamento bis. Mentre i bersagli di quegli affondi battevano le mani, in una scena surreale. Sergio Mattarella non è venuto meno al suo stile sobrio e pacato. Ma pure ha elencato dei problemi, urgenti, sul piano sociale ed istituzionale che – se non degli schiaffi evidenti al Governo – suonano almeno come una sveglia. Uno dei primi battimani dell’emiciclo della Camera si è levato quando il capo dello Stato ha citato l’esempio di “medici e operatori sanitari”.

APPLAUSI SANITARI. Un riconoscimento al lavoro che svolgono fin dallo scoppio della pandemia. Ma anche un dito nella piaga messo da Mattarella: il 28 gennaio gli infermieri hanno scioperato, per iniziativa del sindacato di categoria Nursind. Un’altra sigla, Nursing Up, ha proclamato la mobilitazione per l’8 aprile, insieme allo stop alle ore di straordinario per sei giorni in quel mese. Ancora oggi, infatti, gli infermieri attendono l’indennità stanziata dal governo Conte bis nella prima ondata. Sono 335 milioni di euro, che dovrebbero essere distribuiti, insieme al rinnovo del contratto nazionale. Solo che la procedura per l’accordo va a rilento e la firma difficilmente ci sarà prima dell’estate.

Nel frattempo gli infermieri, travolti da nuove ondate di Covid, attendono. Con buona pace delle promesse fatte dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Il Governo ha addirittura bocciato gli emendamenti, presentati alla legge di Bilancio, del Movimento Cinque Stelle che volevano slegare l’erogazione dell’indennità una tantum (poco meno di mille euro a infermiere) dal rinnovo del contratto. Sarebbe un segnale, perché le criticità sono tante, a cominciare dalle carenze strutturali di personale. Insomma, Mattarella sembra invitare ad agire: oltre agli applausi serve di più.

Il rispetto delle Camere è una delle priorità indicate dal capo dello Stato nel discorso a Montecitorio (qui il testo integrale). “È cruciale il ruolo del Parlamento”, ha scandito il capo dello Stato, specificando che deve essere “posto in condizione sempre di poterli esaminare e valutare” i provvedimenti “con tempi adeguati”. Perché, ha insistito il capo dello Stato, “la forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi”.

Parole che hanno avuto un’eco fino a Palazzo Chigi, dove siede Mario Draghi, a capo del Governo dei record in materia di voti di fiducia. Sono in totale 36 in un anno, un ritmo che ha subito un rallentamento solo nel mese di gennaio, perché c’era il voto per il Colle. Non un affondo diretto da parte del capo dello Stato, ma un garbato invito a cambiare passo su questo aspetto. Così come non è passata inosservata la riflessione sulla Giustizia, che deve essere attraversata da “un profondo processo riformatore”, secondo la visione mattarelliana.

Bisogna impegnarsi per “recuperare appieno prestigio e credibilità alla funzione giustizia, allineandola agli standard europei”, ha affermato il Presidente della Repubblica. Un allarme, non tanto indiretto, sul fatto che la strombazzata riforma Cartabia non sia affatto sufficiente. L’allieva di Mattarella, oggi Guardasigilli, è chiamata così a rispondere a questa esigenza manifestata e accolta da una standing ovation dei grandi elettori accomodati a Montecitorio. E nei giorni in cui i giovani manifestano per chiedere diritti, prendendo in cambio manganellate, Mattarella ha ricordato: “Tanti, troppi giovani sono sovente costretti in lavori precari e malpagati, quando non confinati in periferie esistenziali”.

Nessun riferimento diretto a quanto accaduto ai manifestanti, ma un messaggio generale per focalizzare l’attenzione sugli ultimi episodi di cronaca. Infine, ha parlato di “scuola volta ad assicurare parità di condizioni e di opportunità”. Espressioni precise, che pur nella difesa dei vaccini, esordio del suo discorso, sembrano suggerire una maggiore attenzione sulla dad solo per i non vaccinati.