Puglia, Campania e Veneto. Con queste tre Regioni si è chiuso un lungo turno elettorale che si è protratto per mesi e ha visto chiamati ai seggi anche i cittadini di Marche e Val d’Aosta (il 28 settembre), della Calabria (5 ottobre) e della Toscana (12 ottobre). Le ultime tre Regioni erano considerate un po’ la prova del nove per la tenuta delle coalizioni e per i rapporti di forza fra gli alleati. Ma sul piatto della bilancia, vista dal punto di vista del centrodestra, la grande sconfitta di questa ultima tornata elettorale – Puglia e Campania sono andate al centrosinistra e il Veneto alle destre – è stata Giorgia Meloni.
Le responsabilità di Meloni
Alla leader di governo vanno le responsabilità maggiori per aver tolto dal cilindro, assieme ai suoi alleati, i nomi dei tre candidati governatori in ritardo e dopo un estenuante tira e molla. In Puglia ha avuto la responsabilità di aver praticamente lasciato solo lo sfidante di Antonio Decaro. Ovvero Luigi Lobuono, imprenditore, già presidente della Fiera del Levante, sconfitto da Michele Emiliano alle comunali di Bari del 2004.
Meloni sapeva che la Regione era persa e dunque anche la campagna elettorale a sostegno di Lobuono è stata decisamente sottotono. In Campania invece, anche se nei pronostici era avvantaggiato il pentastellato Roberto Fico, Meloni sperava nella rimonta e nel sorpasso. Fico si è affermato con un ampio margine che gli avversari neanche immaginavano, oltre 25 punti di distacco. Dalla Campania, il campo largo, o giusto che dir si voglia, ha lanciato la sfida alla leader di Fratelli d’Italia in vista delle prossime politiche del 2027. Vincere significava per Meloni rafforzare l’egemonia del suo partito al Sud e dimostrare che anche a Sud i sovranisti sanno vincere.
Il derby perso con la Lega in Veneto
Ma il suo uomo, uno dei suoi più fedeli e vicini, Edmondo Cirielli non solo ha perso il confronto con Fico ma ha perso in malo modo, come dicevamo. Infine Meloni ha perso il derby con la Lega in Veneto. In cui si registra uno smacco di FdI, dove si credeva che il primo posto fosse alla portata del partito di Meloni, che alle scorse politiche ed europee aveva registrato dati record. Alle europee FdI aveva fatto il 37,58% contro il 13,15% della Lega. Alle politiche il 32,70% contro il 14,50% della Lega. Oggi si ferma intorno al 18,7 contro il 36% del Carroccio.
Sebbene la Lega questa volta abbia prevalso, con Alberto Stefani che si è affermato con oltre il 64% dei voti su Giovanni Manildo del centrosinistra, non per i meriti di Matteo Salvini ma per l’effetto Zaia. “Avere questo risultato per me, al di là dell’elezione, mi apre il cuore perché poi penso che dopo quindici anni e mezzo i cittadini ti vogliono ancora bene”, ha detto il governatore uscente Luca Zaia, commentando il risultato delle elezioni che lo ha visto “trainare” la Lega come primo partito. Non solo. Meloni e i suoi Fratelli d’Italia ora avranno meno possibilità di reclamare la Lombardia dopo questa performance veneta. Ma ritorniamo ancora sulla Campania.
La rimonta fallita in Campania
Meloni ha provato in ogni modo la rimonta e a tal fine ha riesumato il condono edilizio. Appena qualche giorno fa nella ridda delle richieste di modifica alla Manovra, sono stati i Fratelli d’Italia a tirare fuori la novità: i senatori del partito della premier hanno chiesto di riaprire il condono edilizio del lontano 2003, quando a Palazzo Chigi c’era Silvio Berlusconi. La misura potenzialmente riguarda tutta Italia ma nei fatti è stata pensata in particolare per la Campania, che all’epoca sotto la guida di Bassolino non aderì. L’evento elettorale delle destre a sostegno di Cirielli a Napoli, nonostante le file e la ressa, nonostante i cori “chi non salta comunista è”, i saltelli e qualche accenno di tarantella sul palco, non è servito alla “remuntada”.
In Campania FdI si mantiene primo partito per un soffio con poco meno del 12% contro il 10,8% di Forza Italia e il 5,3% della Lega. A pesare forse quell’Autonomia differenziata che Meloni stessa ha anticipato, con la firma delle pre-intese sulla riforma Calderoli, in Veneto.
Il risultato deludente in Puglia
In Puglia, poi, terra del delfino meloniano Raffaele Fitto, FdI si mantiene primo partito della coalizione col 18% circa. Ma tanto in Campania quanto in Puglia siamo lontani dal risultato delle europee e delle politiche. In Campania alle europee FdI aveva totalizzato il 19,41%, alle politiche il 17,40%. In Puglia alle europee il 26,95% e alle politiche il 23,60%. Una disfatta sotto ogni punto di vista.
“Alberto Stefani sarà il nuovo presidente della Regione Veneto. Una vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione. A lui vanno i miei complimenti e i migliori auguri per le sfide che lo attendono. Congratulazioni anche ad Antonio Decaro in Puglia e a Roberto Fico in Campania per la loro elezione. Un ringraziamento a Edmondo Cirielli, a Luigi Lobuono, a tutti i candidati e a tutti gli uomini e le donne del centrodestra che si sono impegnati in questa tornata elettorale”, ha commentato con poche parole i risultati Meloni.