La manovra non penalizza “i poveri cristi”, dice il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Ma in attesa di capire se sia davvero così di certo giorno dopo giorno qualche nuovo bluff viene fuori. Ormai appurato quello sulla sanità, durante il question time al Senato ne vengono fuori altri due, in realtà già noti: uno sul contributo richiesto alle banche e l’altro sul bonus Natale o bonus tredicesima.
Il contributo delle banche di Giorgetti
Partiamo da uno dei temi principali degli ultimi giorni, ovvero il “contributo significativo” chiesto alle banche e alle assicurazioni, come definito da Giorgetti. Innanzitutto di significativo c’è ben poco, considerando che di fatto si tratta solo di tasse anticipate e che poi verranno restituite. “Lo scorso anno – afferma al Senato – ci avevate contestato che avevamo fatto la tassa ma che non versavano un euro, quest’anno che versano gli euro ma non abbiamo fatto la tassa. Il risultato è la disponibilità e grazie a questa disponibilità la possibilità di incrementare il Fondo sanitario nazionale e di rafforzare lo sconto fiscale per i redditi medio bassi, anche oltre quello che è stato previsto l’anno scorso”.
Il contributo, sempre per chiamarlo con il nome che gli ha dato il ministro dell’Economia, è quindi ritenuto sufficiente. “Si poteva fare di più?”, gli viene chiesto. “Va bene così, guardiamo lo spread”, replica cercando di non addentrarsi su un argomento scivoloso per la sua maggioranza. Una risposta che non ha soddisfatto Avs e il suo capogruppo, Peppe De Cristofaro: “Alcune settimane fa il ministro, a reti unificate, aveva annunciato che era necessaria una tassa per i profitti in eccedenza – ricorda – un annuncio che avevamo accolto con favore visto che sono anni che diciamo che gli italiani si stanno impoverendo con la crisi mentre interi settori dell’economia hanno fatto profitti record proprio grazie alla crisi. E che questi extraprofitti vanno tassati”. Poi, prosegue, “evidentemente Giorgetti è stato richiamato agli ordini dalla Meloni che ha dimostrato di non avere più nulla di destra sociale”.
Il Bonus Natale è poco più che uno slogan
C’è poi l’altro capitolo affrontato da Giorgetti durante il question time, ovvero il bonus Natale che arriverà insieme alla tredicesima. Ma solo per lavoratori con reddito basso e con figli, escludendo però tantissimi dipendenti. Giorgetti, tuttavia, “conferma la stima di 1,1 milioni di beneficiari, in base alle dichiarazioni dei redditi sui quali è stata verificata la presenza di tutti i requisiti: limiti di reddito (28mila euro), figlio e coniuge a carico, capienza imposta lorda”. Il ministro spiega che i lavoratori dipendenti con un reddito entro i 28mila euro sono 16,5 milioni, i capienti 12,5 milioni.
Ma, sottolinea la presidente del gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger, con questi dati il ministro “ha indirettamente confermato che il bonus è soltanto una misura simbolica: su 16,5 milioni di lavoratori con un reddito inferiore ai 28mila euro, soltanto 1,1 milioni beneficeranno del bonus. E questo per via di criteri che restringono la platea in modo incomprensibile e che sono dettati, come ha spiegato il ministro, dalla mancanza di risorse economiche”.
I criteri penalizzano “le famiglie monogenitoriali, le donne lavoratrici e le coppie conviventi”, sottolinea Unterberger evidenziando che vengono escluse le famiglie “monogenitoriali che, dati alla mano, sono quelle a maggiore rischio di povertà”. Inoltre, spiega ancora, il bonus va alle famiglie con figli in cui un coniuge non lavora, “che è solitamente la donna, cosa in netto contrasto con gli annunci del governo sul suo impegno per incentivare l’occupazione femminile. Per non parlare dell’assurda discriminazione delle coppie non sposate rispetto alle coppie sposate”. Insomma, un altro bluff.