Dalle destre austerity su tutto tranne che sulle armi

Le destre di governo risparmiano su tutto, ma non sulle armi: già speso più di un miliardo per Kiev e a breve arriverà un altro decreto.

Dalle destre austerity su tutto tranne che sulle armi

Da un lato l’occidente che poco alla volta sta riducendo l’invio di armi a Kiev, dall’altro l’Italia che sembra non curarsene e continua a spendere per foraggiare la resistenza ucraina così da combattere l’invasore russo. Così mentre la politica dibatte su una manovra fatta all’insegna dell’austerità, sotto traccia il governo di Giorgia Meloni lavora all’ennesimo decreto armi per andare in soccorso di Volodymyr Zelensky.

L’Italia ha già speso più di un miliardo per l’Ucraina e a breve arriverà un altro decreto

Che si stia cercando di portare a casa il provvedimento lo hanno fatto capire diversi ministri, in primis il titolare della Farnesina Antonio Tajani che a inizio ottobre ha detto chiaramente che l’esecutivo sta lavorando “all’ottavo pacchetto di armi da inviare a Kiev” e che “l’Italia vuole stare dalla parte dell’Ucraina, vogliamo sostenerla e difendere il diritto internazionale. Vogliamo raggiungere la pace, chiaramente, ma non si ottiene la pace senza giustizia. L’Ucraina deve ottenere giustizia, libertà e indipendenza”.

Un impegno che secondo voci di corridoio dovrebbe concretizzarsi a ridosso di capodanno, confermato anche dal ministro della Difesa Guido Crosetto che pur ammettendo l’esistenza di una trattativa nella maggioranza, ha risposto al leader di Forza Italia affermando: “L’ottavo pacchetto? Tajani ha parlato della scelta politica. Poi c’è quella tecnica, per vedere cosa siamo in grado di dare senza mettere in pericolo la Difesa italiana”. Insomma che non sembrano esserci dubbi sul fatto che la cosa alla fine andrà in porto, come appare altrettanto chiaro che il vero nodo è su ciò che l’Italia può consegnare e cosa no.

Sulle armi dati incompleti

Infatti da Kiev chiedono a Roma altri missili da usare per il sistema di contraerea Samp-T e anche i costosissimi missili a lungo raggio Storm Shadow. Armamenti che l’Italia ha ancora in inventario ma che, se ceduti, rischiano di esporci a rischi per la sicurezza nazionale e quindi o si procederà con nuovi acquisti oppure si dovrà tenere fede all’impegno con Zelensky e Biden ma senza svenarsi.

Del resto di soldi per le armi all’Ucraina l’Italia ne ha già spesi a vagonate anche se quantificare il reale importo resta un giallo perché i provvedimenti fin qui presi sono stati secretati. A fare una stima ci ha provato Milex, l’osservatorio sulle spese militari italiane, secondo cui già al 23 marzo scorso “applicando i meccanismi di calcolo derivanti dalla pluralità di scelte messe in campo (nello studio, ndr) otteniamo per l’Italia un costo già sicuro di 838 milioni di euro e un costo in prospettiva di oltre 950 milioni di euro”.

Una previsione che è stata confermata dall’Ukraine support tracker, un sito specializzato, secondo cui l’Italia ha già messo sul piatto 660 milioni di dollari in aiuti militari, 310 milioni di aiuti finanziari e 50 milioni di aiuti umanitari. Cifra a cui vanno aggiunti anche numerose voci prive di dati perché fanno riferimento ai diversi decreti già approvati e a cui presto si dovrà aggiungere anche l’ottavo decreto che, salvo colpi di scena, verrà approvato prima della fine dell’anno.