Dalle scuole alle discoteche. La danza dei negazionisti su tutto. Mentre la curva dei contagi torna a salire c’è chi pensa a remare contro l’Italia

La curva dei contagi continua a crescere, esattamente come quella delle balle che giorno dopo giorno su più fronti – politica, media, opinionisti, parte della comunità scientifica – siamo costretti a sentire. Quasi come se un virus (il facile complottismo de noantri) dovesse necessariamente inseguire l’altro virus (il Covid-19). In questo turbinio di incertezze, tra esposti e denunce inverosimili, non restano che i dati: sono 320 i nuovi casi di coronavirus accertati nelle ultime 24 ore in Italia. Un numero in calo rispetto ai 479 registrati di due gironi fa, ma frutto di soli 30mila tamponi effettuati.

Domenica i test erano stati 36mila, sabato oltre 53mila. Il dato dei nuovi positivi testimonia inoltre una crescita rispetto a lunedì scorso, quando i contagi erano 259 (con appena 26mila tamponi). Il bollettino diffuso dal ministero della Salute riferisce inoltre che ci sono stati altri 4 morti per il Covid (come ieri): le vittime totali sono 35.400, mentre i casi salgono così a 254.235. Negli ultimi 7 giorni i casi totali accertati in Italia sono 3677, mentre la settimana precedente (dal 4 al 10 agosto) i nuovi positivi erano stati 2566. Si conferma quindi il trend di crescita.

Quello di ieri, 17 agosto, è il peggiore lunedì dal 18 maggio quando ci furono 451 casi. Un andamento in crescita confermato anche dal numero delle persone attualmente positive al coronavirus: sono 14.867, con un incremento di 134. Crescono ancora i pazienti ricoverati – sono 810, 23 in più rispetto a ieri – e anche quelli che si trovano in terapia intensiva: ieri erano 58, due in più da domenica.

STRUMENTALIZZAZIONE SENZA FRENI. Eppure c’è chi continua a fare facile polemica, magari sottolineando che i contagi arrivano dai migranti e dagli sbarchi. Il Carroccio ancora ieri continuava ad accusare il governo: “chiudono le discoteche e non fermano i migranti”, tuonava più di qualcuno. Senza che ci sia alcun riscontro sui contagi (se non minimo) dagli sbarchi (e considerando peraltro quanto il fenomeno sia attenzionato grazie alle navi-quarantena) e mentre, invece, sappiamo di quanto “danno” (ahinoi) abbiano fatto i locali aperti e il distanziamento sociale che ne è conseguito.

Come se non bastasse ieri a tornare a parlare è stato anche Matteo Salvini: “Mentre chiudono discoteche e locali da ballo all’aperto, a Spino d’Adda, in provincia di Cremona, c’è un rave party da quattro giorni e quattro notti con musica ad alto volume e centinaia di ragazzi arrivati anche dall’estero. Per imprenditori e cittadini perbene, il governo prevede restrizioni e multe. Per clandestini e abusivi, invece, tolleranza e coccole. Esiste ancora un ministro dell’Interno?”. Ecco la facile e strumentale polemica dato che, manco a dirlo, nulla c’entrano “clandestini e abusivi” nelle decisioni governative. Né il Viminale poteva sapere del rave che, scoperto, è stato ovviamente subito bloccato.

UN DISASTRO. Il tema è che qui si prescinde dalla politica. In questa fase si preferisce fare campagna elettorale – con le elezioni regionali alle porte – anche sulla pelle delle persone. Il fil rouge che lega queste dichiarazioni agli eventi revisionisti tenuti al Senato (alla presenza, non a caso, sempre di Salvini oltreché di Vittorio Sgarbi e Armando Siri), passando per gli esposti piovuti da tutta Italia contro le misure decise dal governo, è un fenomeno preoccupante. Che, in un certo senso, potrebbe arrecare danni gravi tanto quanto quelli del Covid-19.