Dati sballati e colpi bassi. Così il Governo ha scaricato i ricercatori della Sanità

Le cifre aggiornate sparite dal dl Bollette. Sono oltre mille i ricercatori della Sanità che non saranno stabilizzati.

Dati sballati e colpi bassi. Così il Governo ha scaricato i ricercatori della Sanità

Sedotti e abbandonati. Il governo si rimangia tutto e blocca la stabilizzazione dei ricercatori della Sanità italiana. L’ennesimo schiaffo per gli oltre mille lavoratori che avevano creduto fino alla fine che sarebbero stati finalmente messi in regola. Un fatto che ha portato i ricercatori in Piazza Montecitorio a protestare per l’ennesimo bluff che toglie tutela e dignità a chi fa ricerca nel nostro Paese.

Le cifre aggiornate sparite dal dl Bollette. Sono oltre mille i ricercatori della Sanità che non saranno stabilizzati

“Di 1.800 dei firmatari della piramide della ricerca a fine 2019 eravamo rimasti 1.290, oggi 1.100: questo significa che in tre anni abbiamo perso il 40% dei lavoratori per mancanza di prospettive. La nostra media precarietà a testa è di 13 anni e per l’80% si tratta di donne”, spiega la ricercatrice Francesca Colgiaghi.

Nella notte tra martedì 16 e mercoledì 17 maggio il Servizio Bilancio ha bloccato l’articolo 16-bis per la stabilizzazione, approvato nel decreto Bollette coralmente da tutte le componenti politiche della commissione Finanze e Affari Sociali. La motivazione? Carenza dei numeri aggiornati dei “piramidati” (percorso a temepo determinato chiamato Piramide della Ricerca, 5 anni rinnovabili per altri 5) per definirne le coperture, ma solo quelli al 2016 (ricognizione iniziale del Ministero per stabilire i possessori dei requisiti di accesso alla Piramide della ricerca).

Così senza dati l’emendamento è stato stralciato. I numeri sarebbero dovuti essere presentati da Giuseppe Ippolito, direttore generale per la ricerca e l’innovazione in sanità del ministero della Salute, che La Notizia ha provato a contattare ma senza ottenere risposta. Eppure i dati c’erano, ma sono spariti quando si è arrivati al fine dell’iter che avrebbe stabilizzato dopo anni i ricercatori degli Irccs (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) e gli Izs (Istituti Zooprofilattici Sperimentali) che ricordiamo integrano prestazioni sanitarie con attività di ricerca biomedica e sanitaria, di tipo clinico e traslazionale.

“Infatti la soppressione dell’ articolo – spiegano i ricercatori – è dovuta alla mancanza di dati aggiornati che non permettono di valutare l’impatto finanziario. Per questo è necessario disporre di dati aggiornati circa la potenziale platea interessata dalle assunzioni a tempo indeterminato. I dati aggiornati sono tuttavia sempre disponibili alla direzione Ricerca e Innovazione del Ministero della Salute in quanto vengono aggiornati all’inizio di ogni anno dagli Irccs tramite la piattaforma informatizzata Workflow della ricerca.

Inoltre, dati aggiornati in materia sia per Irccs pubblici che per Izs, erano stati prodotti dallo stesso ministero della Salute ai fini del Decreto legislativo n. 200 del 23 dicembre 2022 “Riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico – proseguono rivolgendosi al ministro della Sanità Orazio Schillaci (nella foto), al sottosegretario Marcello Gemmato e allo stesso Ippolito -. Chiediamo di chiarire come mai non siano stati resi disponibili i dati aggiornati a quest’anno (o almeno quelli già prodotti e utilizzati per il dl Riordino), impedendo pertanto la valutazione dell’impatto finanziario del 16bis e, di conseguenza, la sua approvazione in Commissione Bilancio”.

Ma non è tutto. “Quanto avvenuto è stato un esautoramento della volontà parlamentare che la settimana precedente si era espressa inequivocabilmente per risolvere questa ingiustificabile vergogna di Stato che è stata l’applicazione della Piramide della Ricerca a personale con già decine di anni di anzianità di servizio presso gli stessi Istituti – concludono i ricercatori -. Ci opporremo perciò con tutti i mezzi che la legge ci consente, in concertazione con le sigle sindacali (in copia), nel caso in cui il ministero della Salute non dovesse attivarsi per risolvere questa annosa vicenda in tempi brevissimi”.