Ddl Zan: cos’è, cosa dice il testo e chi è pro e chi contro

Ddl Zan: cos'è, cosa dice il testo e chi è pro e chi contro. Cosa significa che il provvedimento verrà riproposto all’esame del Senato?

Ddl Zan: cos’è, cosa dice il testo e chi è pro e chi contro

Ddl Zan: cos’è, cosa dice il testo e chi è pro e chi contro. Cosa significa che il provvedimento verrà riproposto all’esame del Senato?

Ddl Zan: cos’è e cosa dice il testo?

Il Ddl Zan è stato proposto dal deputato del Partito Democratico Alessandro Zan, sostenitore e membro della comunità LGBT italiana. Il nome completo del disegno di legge che porta il cognome del deputato è composto da una dicitura particolarmente vasta che non si rivolge esclusivamente alla comunità LGBTQI. Il ddl, infatti, è stato presentato ufficialmente come “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.

Nel Ddl Zan, viene precisato che “per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico; per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’identificazione percepita in manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’ aver concluso un percorso di transizione”.

Chi è pro e chi è contro

Nel mese di ottobre 2021, il ddl Zan è stato votato e bocciato in Senato. In questa circostanza, le forze di centrodestrache si opponevano al provvedimento come la Lega hanno applaudito allo stop della misura. L’accaduto ha indignato non solo il deputato Alessandro Zan e i sostenitori politici del ddl ma anche la maggior parte dell’opinione pubblica italiana. Sono tanti, infatti, i cittadini che supportano il provvedimento, a prescindere dalla loro appartenenza alla comunità LGBT.

A distanza di sei mesi dalla tagliola, tuttavia, il ddl Zan è pronto a tornare in Senato, come annunciato dal deputato da cui prende il nome: “L’ultima immagine è quella dell’applauso sgangherato e violento delle destre, da ultrà dello stadio, che ha fatto il giro del mondo, facendoci quasi vergognare di essere italiani. Ma il 27 aprile, mercoledì prossimo, scade l’embargo di sei mesi previsto a Palazzo Madama dopo la tagliola”.

Il ritorno del provvedimento in Senato del ddl Zan

A proposito del disegno di legge, il deputato del PD ha spiegato: “Il testo verrà ripresentato dai senatori del Partito Democratico e sarà lo stesso, perché è quello che aveva avuto il via libera alla Camera a larga maggioranza, voluto da Pd, Movimento 5 Stelle, Leu e anche da Italia Viva e da una parte di Forza Italia. Il voto di ottobre che ha tagliato le gambe al ddl è stato frutto di un’altra partita politica, che comprendeva anche il voto per il Presidente della Repubblica. Oggi la situazione è diversa e, mentre il Parlamento è inadempiente sulle leggi di civiltà come questa, che riguarda i crimini d’odio, le persone continuano ad essere oggetto di discriminazione e violenze non per quello che fanno, bensì per quello che sono, semplicemente perché esistono”.

Anche se mancano appena undici mesi alla fine della legislatura, Zan ha sottolineato: “Se c’è la volontà politica, nulla è impossibile. Ho visto leggi discusse e approvate in poche settimane – e ha aggiunto –. L’identità di genere non si tocca: togliere quel principio avrebbe avuto come effetto la discriminazione nei confronti delle persone transgender. Però ci sono possibilità di mediazione su altri articoli. Se c’è la volontà di portare a casa una legge, gli spazi di compromesso ci sono”.