De Angelis: “Berlusconi se l’è legata al dito. La Meloni si prepari”

Marco De Angelis, docente all'Università di Lüneburg, commenta gli scivoloni su Putin di Berlusconi e i loro effetti nei rapporti con la Meloni.

De Angelis: “Berlusconi se l’è legata al dito. La Meloni si prepari”

Le recenti uscite di Silvio Berlusconi agitano il Centrodestra. Professore Marco De Angelis, docente all’Università di Lüneburg, secondo lei si è tratta di scivoloni involontari del Cavaliere oppure crede che siano parte di una qualche strategia politica?
“Sicuramente Berlusconi ha fatto delle richieste alla Meloni, pensando che fossero accolte senza batter ciglio per via della sua autorità, e invece ha ottenuto, come si è anche espresso, soltanto delle risate in cambio. Che la Meloni gli abbia mancato di rispetto, è facilmente indovinabile, non è una persona che brilli per gentilezza e cortesia. Penso che Berlusconi se lo sia legato al dito e ora le stia facendo capire che in qualsiasi momento può rompere il giocattolo, sia con delle esternazioni a livello privato – tra l’altro quel che ha scritto della Meloni sembra proprio condivisibile – sia a livello politico, con il suo racconto delle ‘vere’ cause della guerra. Tali cause sono ormai ampiamente condivise tra gli studiosi come anche tra i politici meno legati al potere, mentre a livello mediatico-ufficiale trionfa una versione del tutto inattendibile degli avvenimenti. Pensare che Putin si sia svegliato un giorno a 70 anni col desiderio di conquistare mezza Europa è un’interpretazione che non ha nulla di serio e di scientifico. Finanche il Papa ha parlato diplomaticamente di provocazione, quindi quel che ha detto Berlusconi alla fine è qualcosa di noto, ma finora non era mai stato detto da qualcuno che rappresentasse ufficialmente una parte del potere occidentale. La risposta della Meloni è stata chiara, il governo sarà filo-atlantico senza se e senza ma, dunque non consentirà un libero dibattito scientifico sulle cause della guerra, il che ovviamente è gravissimo, pertanto Berlusconi è stato cordialmente invitato a schierarsi dalla parte dell’Occidente e ha dovuto fare marcia indietro. Sappiamo però che le marce indietro di Berlusconi sono in realtà delle rincorse, per cui aspettiamoci nei prossimi giorni qualche altra uscita. Difficile pensare che possano veramente zittirlo, dopotutto meriterebbe sicuramente rispetto per quanto ha fatto per il Centrodestra ma non per il Paese, ovviamente”.

Come noto la Meloni si è sempre definita europeista e atlantista. Alla luce delle frasi del Cavaliere che vanno in senso opposto, secondo lei sarà possibile continuare a puntare sul forzista Tajani come ministro degli Esteri oppure non ci sono più i margini politici?
“Essendo la situazione in evoluzione quotidiana, è impossibile fare delle previsioni certe. Diciamo che è tutto possibile, dipende da ciò che ha in mente il Cavaliere, cosa che al momento sa solo lui”.

Prima il braccio di ferro tra Salvini e Meloni sul Viminale, poi le frasi di Berlusconi sull’Ucraina. Il Centrodestra è una polveriera pronta a esplodere da un momento all’altro. Diversi politologi sostengono che tutto ciò potrebbe far naufragare il Governo della Meloni ancor prima di nascere, mentre altri credono che i problemi arriveranno successivamente e che quindi questo Esecutivo avrà vita breve. Lei cosa ne pensa?
“In Italia i governi sono sempre tutti ballerini, certo questo inizia ballando a tempo di rock, quindi sembra instabile al massimo. Non so dire cosa accadrà, ma una cosa è sicura: la Meloni deve in qualche modo mostrare più rispetto per Berlusconi e considerarlo una guida. Se non lo farà, se lo ignorerà, ci saranno conseguenze”.

Se il Centrodestra piange, l’opposizione non ride. Il Terzo polo un giorno si dice forza di opposizione e quello dopo strizza l’occhio alla maggioranza. Confusione che regna anche nel Pd dove tutti attendono il Congresso per la resa dei conti finale. Qual è lo stato di queste due formazioni politiche?
“Il Terzo polo non lo considero una formazione politica perché è legato solo a quei due esponenti politici, ma non ha un’identità, una visione di fondo tale da giustificarne l’esistenza. Il Pd invece tale identità dovrebbe averla, ma ormai l’ha gravemente tradita. Non sappiamo cosa accadrà al congresso, ma sicuramente ne vedremo delle belle. Direi pertanto che lo stato di queste due formazioni politiche al momento è pietoso”.

Intanto il Movimento 5 Stelle di Conte, in rapida crescita nei sondaggi, tira dritto sulla marcia per la Pace costringendo gli altri partiti ad attivarsi e prendere posizione. Il Pd per farlo si è già spaccato visto che metà dei dem aderiranno alla marcia e metà no, mentre Calenda per distinguersi ha organizzato di fretta e furia una contro manifestazione flop a Milano. Come giudica le mosse politiche di Conte e questa manifestazione?
“Conte da una parte, per quanto riguarda la politica interna, tira dritto a prendere posizioni giuste e vicine al popolo, e ciò lo rende ovviamente benvoluto dai cittadini; dall’altra parte, in politica internazionale, batte sul tema della pace, che ovviamente è ugualmente un punto fermo che di giorno in giorno conquista sempre più coscienze. Fin qui pertanto tutto bene. La sua visione della guerra, delle cause, la posizione filo-atlantica, tutto ciò costituisce a mio avviso, invece, un errore, poiché gli preclude la possibilità di diventare veramente il rappresentante della sinistra. Sinistra autentica e filo-atlantismo non vanno d’accordo, ancor meno dopo tutto quel che sta accadendo. Qui Conte deve fare un passo in avanti e capire che se vuole l’intero montepremi a sua potenziale disposizione, è venuto il momento di prendere le distanze da questa Europa, da questi Stati Uniti e da questa Nato. Il che non significa ovviamente diventare filoputiniani, bensì aderire a una visione scientifica di come sono andate veramente le cose che non è la versione ufficiale divulgata dall’Occidente”.

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