Decreti sicurezza da rivoluzionare. Il Governo Conte farà sul serio. Il viceministro dell’interno Mauri conferma. La revisione andrà oltre i rilievi mossi da Mattarella

Insicurezza, disumanità, propaganda. Sono tanti i nomi che sono stati affibiati in meno di un anno a quei Decreti sicurezza che un gongolante Matteo Salvini, in campagna elettorale permanente con barconi e ONG utilizzati come spot, presentava come la soluzione per impedire un’invasione del Paese. A giorni di quelle norme dovrebbe restare ben poca traccia. La revisione messa a punto dall’attuale ministro dell’interno, Luciana Lamorgese, sta per approdare in Consiglio dei ministri. E i giallorossi hanno deciso, come aveva lasciato intendere il mese scorso il premier Giuseppe Conte, di andare ben oltre il superamento dei soli rilievi mossi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ad assicurarlo ieri è stato il viceministro dem Matteo Mauri (nella foto).

LA SCELTA. In occasione di un incontro a Napoli con il nuovo prefetto Marco Valentini, il viceministro dell’interno Mauri ha sottolineato che la modifica dei Decreti sicurezza è nell’agenda del Governo. “Confermo quanto detto dal ministro Lamorgese – ha detto – ci si sta lavorando e a breve il ministro sarà nella condizione di andare in Consiglio dei ministri ad avanzare la proposta”. Una revisione che non sarà però solo finalizzata ad accogliere i rilievi del Capo dello Stato. Andrà ben oltre. Come da tempo auspicano tanto il Pd quanto Leu, tanto le Sardine quanto tutte le altre anime del campo progressista .

“Le osservazioni del Presidente della Repubblica – ha infatti sostenuto il viceministro – sono il minimo sindacale, di conseguenza si deve andare oltre: io sono dell’idea che quelle osservazioni vadano interpretare in modo più estensivo”. E non è un suo semplice pensiero. “Nel Governo – ha infatti evidenziato l’esponente dem – c’è intesa”. Non sarà scontata la revisione profonda dei decreti. Lo stesso Mauri del resto non ha negato che “c’è una maggioranza parlamentare composita” e che quindi sarà necessaria una discussione. Ma l’Esecutivo sembra avere le idee chiare sulle modifiche da apportare per cancellare più che rivedere i Decreti che Salvini brandiva come una clava quando occupava la poltrona più importante del Viminale.

IL RAPPORTO. A evidenziare di recente quanto quei Decreti creino soltanto problemi è stata anche Amnesty international, specificando che entro l’anno i migranti irregolari in Italia saranno oltre 670mila proprio a causa di quelle misure. “L’esclusione dei richiedenti asilo dal sistema dell’accoglienza – ha precisato Amnesty – priverà migliaia di persone della protezione umanitaria, aumentandone la vulnerabilità e l’esposizione allo sfruttamento lavorativo e criminale”. Una situazione che secondo l’organizzazione non governativa renderà quasi inutili gli stessi rimpatri dei migranti senza permesso di soggiorno nei loro paesi di origine. “Avranno un effetto certamente marginale”, ha specificato Amnesty.

Per rimpatriare tutti gli irregolari, del resto, sarebbero necessari ben 90 anni, e solo a condizione che non arrivi sul territorio nazionale più alcun irregolare. “Si tratta di un’ipotesi irrealizzabile”, hanno sottolineato dall’organizzazione. “I decreti Sicurezza, quando abbiamo lavorato all’elaborazione del programma di questo governo, sono stati inseriti con l’impegno a rivederli soprattutto raccogliendo le premure mie personali”, aveva già dichiarato il premier Conte. Ora è tempo di agire. E stando a quanto emerso ieri a Napoli l’intervento sarebbe dietro l’angolo.