Le indagini sul delitto di Garlasco ora si concentrano sulle impronte. Dopo quella di Andrea Sempio, trovata sul muro della casa di Chiara Poggi, vicino alle scale dove è stato rinvenuto il cadavere, ora si parla di altre sei tracce “palmari” che però non sono mai state identificate.
Ancora oggi gli esperti della procura di Pavia non riescono ad associare quelle tracce ad alcuna identità specifica. Le tracce si trovano su tre parti del muro della scala della villetta: in fondo a quella scala, ricordiamo, è stato trovato il corpo di Chiara Poggi.
Le impronte sul muro: nel delitto di Garlasco ora si lavora su sei tracce ignote
Quindi ora l’indagine prosegue non solo sull’impronta 33, attribuita ad Andrea Sempio e su cui si sono svolti negli scorsi giorni gli interrogatori di Alberto Stasi e di Marco Poggi (Sempio, invece, non si è presentato facendo riferimento a un cavillo giuridico), ma si allarga anche ad altre tracce.
Nel dettaglio, parliamo di: tre impronte trovate sulla parete destra della scala (dove si trovava il corpo della vittima), due sulla parete di sinistra e un’altra sulla parete superiore della scala. Dalla consulenza di Gianpaolo Iuliano (esperto del Ris) e Nicola Caprioli (dattiloscopista forense) per ora l’unica certezza è che quelle sei impronte non sono di Sempio, ma neanche di Alberto Stasi, dei familiari di Chiara Poggi, e nemmeno di Stefania Cappa e degli amici del fratello Marco Poggi.
Inoltre, non sono state riconosciute neanche le tracce “digitali” trovate sulla superficie interna ed esterna del portone di ingresso della villetta: sono cinque quelle da identificare. Anche per questi casi viene escluso che si tratti di impronte dei nomi finora considerati nelle indagini.
