Detenzione di documenti Top Secret. Donald Trump finisce in arresto

In tribunale l'ex presidente Usa Donald Trump si dichiara non colpevole. E aizza di nuovo i suoi fan: "È una caccia alle streghe".

Detenzione di documenti Top Secret. Donald Trump finisce in arresto

Negli Stati Uniti gli ex presidenti che hanno problemi con la legge li arrestano. In stato di arresto ci è finito Donald Trump, appena arrivato ieri pomeriggio in un tribunale federale per rispondere all’accusa di avere sottratto alla Casa Bianca documenti riservati e di aver ostacolato gli sforzi del Dipartimento di Giustizia americano per recuperarli. L’unico privilegio di cui ha potuto godere è la foto segnaletica evitata. Già fin troppo riconoscibile, a detta del tribunale, Trump è arrivato a Miami accompagnato dal figlio Eric, non prima di avere tentato per l’ennesima volta di aizzare i suoi sostenitori definendo il processo “una caccia alle streghe” e confidando in un’ampia partecipazione all’esterno del palazzo del tribunale che non c’è stata.

In tribunale l’ex presidente Usa Donald Trump si dichiara non colpevole. E aizza di nuovo i suoi fan: “È una caccia alle streghe”

Nelle ore precedenti al suo arrivo le forze di sicurezza e la polizia hanno intensificato le pattuglie intorno al tribunale preoccupate per eventuali scontri. L’atmosfera ricordava la scena di sole 10 settimane fa per un’altra denuncia che pende sulla testa del presidente americano. In un altro processo i pubblici ministeri di New York accusano Trump di aver falsificato documenti finanziari per nascondere il pagamento in nero di una pornostar, Stormy Daniels, affinché non rivelasse di aver avuto una breve relazione con lui nel 2016.

Nelle 49 pagine dell’atto di accusa federale per il processo di ieri vi è l’intera cronologia degli eventi che costituiscono la base dei 37 capi d’accusa. La vicenda ha inizio il 20 gennaio 2021: mentre Trump lascia la Casa Bianca, ordina il trasloco di decine di scatoloni a Mar-a-Lago, affermano i pubblici ministeri. Le scatole, imballate da Trump e dal suo staff della Casa Bianca, contengono ritagli di giornale, lettere, foto e altri ricordi della sua Presidenza, ma anche centinaia di documenti riservati che, in quanto ex presidente, non era autorizzato ad avere. Ai sensi del Presidential Records Act, i documenti presidenziali sono considerati non proprietà privata, ma proprietà federale e devono essere consegnati alla National Archives and Records Administration.

Molteplici leggi federali regolano la gestione di documenti riservati e sensibili, compresi gli statuti che rendono un crimine rimuovere tale materiale e conservarlo in un luogo non autorizzato. Trump è accusato di 37 capi di imputazione, tra cui cospirazione per ostacolare la giustizia, occultamento di documenti e conservazione intenzionale di informazioni sulla difesa nazionale. Il suo assistente Walt Nauta è accusato di sei capi di imputazione, inclusa la cospirazione per ostacolare la giustizia. Il procuratore speciale Jack Smith, che ha guidato l’indagine, ha rilasciato una breve dichiarazione pubblica, affermando: “Le leggi che proteggono le informazioni della difesa nazionale sono fondamentali per la sicurezza e la protezione degli Stati Uniti e devono essere applicate. Violazioni di quelle leggi mettono a rischio il nostro Paese”.

L’ex presidente Usa in aula si è dichiarato “non colpevole”, prima di essere autorizzato a lasciare la Corte di Miami al termine dell’udienza. Non colpevole si è dichiarato anche il suo assistente Nauta, coimputato nel processo. Il giudice ha stabilito che non è a rischio di fuga e può continuare a viaggiare. Non è comunque autorizzato a parlare con i testimoni dell’inchiesta sulle carte segrete a Mar-a-Lago. In serata è tornata a circolare l’ipotesi che Biden possa potenzialmente graziare Trump. Il patto potrebbe anche includere un accordo a non ricandidarsi alla presidenza. La Casa Bianca si è rifiutata di rilasciare qualsiasi commento.