Di Battista non è più tra gli iscritti M5S. Il futuro del Movimento ora è nelle mani di Conte. Di Maio e Bonafede hanno rilanciato dell’ex premier. È l’unico rimedio ai dissidi interni

Di Battista non è più tra gli iscritti M5S. Il futuro del Movimento ora è nelle mani di Conte. Di Maio e Bonafede hanno rilanciato dell’ex premier. È l’unico rimedio ai dissidi interni

Sono settimane ormai che per il Movimento è iniziato un processo che porterà in ogni caso a un profondo cambiamento. “Se sarà evoluzione o involuzione, lo scopriremo solo vivendo”, sorride un senatore dei Cinque stelle. Al di là della battuta, la realtà è proprio questa: il Movimento vive una delle sue fasi più delicate della sua storia. Tra espulsioni e addii i Cinque stelle stanno provando a raccogliere i cocci per riorganizzarsi.

Preparando, però, già il terreno a quel colpo che da solo non solo potrebbe rimettere in piedi il Movimento e la stima che gli attivisti hanno nella creatura pensata e ideata da Beppe Grillo, ma potrebbe ricompattare anche tutta la squadra di parlamentari. L’idea è quella di anticipare una “mossa” che comunque, dicono i ben informati, era prevista: un possibile e immediato ritorno in campo di Giuseppe Conte.

Qualora l’ex presidente del Consiglio dovesse decidere di entrare a pieno titolo nel Movimento 5 Stelle, “potremmo modificare lo statuto per creare un ruolo all’altezza” per lui, dicono addirittura alcuni parlamentari. Un’idea che, in realtà, è condivisa da molti, “contiani”, “governisti” e dissidenti. Tutti, in altre parole, sarebbero pronti ad affidare a Conte quella leadership che restituirebbe unità e coesione a tutto il Movimento.

L’ENDORSEMENT. Sia chiaro: questo ovviamente non vuol dire annullare in un sol colpo la strada intrapresa del direttivo. Ma il ruolo (e il peso) dell’ex presidente del Consiglio prescinderebbe la struttura interna dei Cinque stelle e si potrebbe allora lanciare già da ora in una sorta di mediatore e federatore dell’alleanza progressista tra Cinque stelle, Pd e Leu.

Esattamente come da tempo ormai sperano tanto Luigi Di Maio quanto Nicola Zingaretti. Questo passaggio – dicono i ben informati – sarebbe potuto avvenire con più calma attendendo gil sviluppi di questa curiosa e inaspettata stagione politica con Mario Draghi. E invece le parole di ieri prima di Alfonso Bonafede sul Fatto Quotidiano e poi dello stesso Di Maio hanno accelerato il processo.

L’idea partorita dai big pentastellati è chiara: in un momento così delicato, con i dissidenti pronti a fondare eventualmente un’alternativa a “questo” Movimento, non c’è tempo da perdere. E qui il rilancio del nome di Conte, nella consapevolezza che potrebbe essere l’unico nome a cementare un Movimento sempre più lacerato al proprio interno.

L’ADDIO. Ma in questo quadro restano ancora tanti punti di domanda. Nell’attesa di capire che fine faranno i dissidenti (è molto probabile si prepari una guerra di carte bollate, di cui onestamente faremmo decisamente a meno) a sparigliare ancora le carte è stato Alessandro Di Battista, che oggi ha ufficialmente cancellato la propria iscrizione: il link collegato al suo profilo su Rousseau rimanda infatti a una pagina non più disponibile.

Secondo diversi parlamentari anche questa “fuoriuscita” non sarebbe poi del tutto casuale: la decisione di Di Battista, secondo alcuni, sarebbe da ricollegare proprio all’iniziativa dei big del Movimento di rilanciare il nome di Conte. Un’iniziativa che avrebbe preso in contropiede l’ex parlamentare che, per tutta risposta, ha deciso di tirarsi completamente fuori dal Movimento.

Vuol dire questo che potrebbe essere pronto a creare un’alternativa con gli altri dissidenti a cominciare da Nicola Morra e Barbara Lezzi? “Al momento non è nei suoi piani”, assicura chi lo conosce bene. Certo è, tuttavia, che il suo “addio” proprio nel giorno in cui si ripropone pesante il nome di Conte nell’alleanza con Pd e Leu, lascia pensare. E non poco.