Di Maio alza il tiro contro gli evasori. Il leader M5S non fa sconti: carcere a chi froda il Fisco. Ma Pd e renziani remano contro una stretta

Se non è la panacea a tutti i mali economici del Paese, la lotta all’evasione fiscale è quantomeno una questione di giustizia sociale. Un tema tanto chiaro quanto incredibilmente dimenticato dalla vecchia politica ma su cui il Movimento 5 Stelle non intende fare sconti. Una stella polare cara ai grillini su cui ieri, durante un incontro stampa a New York, è voluto tornare il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, tuonando: “Questo governo farà una lotta all’evasione senza quartiere, una lotta ai grandi evasori introducendo il carcere. Nei prossimi giorni gli italiani ne sapranno di più perché intendiamo introdurre misure innovative per recuperare decine e decine di miliardi di euro dai grandi evasori”.

Insomma il piano c’è, del resto è parte anche dell’accordo di governo con il Pd di Nicola Zingaretti, e mira a recuperare denari da girare per il tanto agognato taglio delle tasse. Peccato che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ossia Matteo Renzi. Eh già perché sull’argomento il leader di Italia Viva sembra esser sordo. Anzi a ben vedere sembra pensarla in modo diametralmente opposto tanto che proprio con lui, nel lontano 2015, le diverse forme di evasione furono addirittura depenalizzate.

TEMA SCOTTANTE. Proprio in quegli anni e sull’argomento, l’ex dem e il Movimento erano in rotta di collisione. Infatti la riforma dell’ex Pd, contrariamente a quanto volevano i grillini, aveva alzato le soglie di punibilità per i reati di infedele e omessa dichiarazione, passata da 50 a 150mila euro, e per l’omesso versamento Iva da 50 a 250mila euro. Le due forze, però, ora siedono tra le fila della maggioranza e una sintesi deve essere trovata o salterà l’ennesima occasione per mettere mano a un sentito problema che riguarda tutti i cittadini. Tutto risolto? Nient’affato perché le distanze restano e, infatti, Luigi Marattin, ex consigliere economico di Renzi e oggi capogruppo alla Camera di Italia Viva, come riporta il Fatto Quotidiano, è cauto: “Tutti noi desideriamo vedere puniti coloro che evadono.

Ma il motivo per cui nella scorsa legislatura depenalizzammo alcune cose è che il modo migliore per restituire il maltolto alla collettività è aumentare le sanzioni amministrative”, effettivamente raddoppiate nell’era Renzi, “cosicché lo Stato possa rientrare più velocemente del debito sottratto”. Parole a cui, a distanza di 24 ore, sembra rispondere il capogruppo M5S in commissione Finanze del Senato, Laura Bottici: “La lotta all’evazione è nel programma che sosteniamo convintamente e non si tocca”.

TESORO SOMMERSO. Resistenze a dir poco incomprensibili perché non si parla di pochi spiccioli ma di un tesoro. Lo si capisce in modo chiaro dai dati del ministero dell’Economia, secondo cui l’economia sommersa vale quasi 200 miliardi di euro. Denari che, sfuggendo al fisco, impediscono di racimolare un gruzzoletto quantificato in 90 miliardi l’anno. Una cifra, tanto per capirci, che permetterebbe allo Stato di finanziare Quota100 (6 miliardi), il reddito di cittadinanza (4 miliardi), la Flat tax (20 miliardi), lasciando in cassa altri 60 miliardi da destinare ad altri provvedimenti.