Dietrofront sui rischi della pillola. I nuovi farmaci contraccettivi salvano dal cancro. Lo dimostra uno studio dell’Università di Copenaghen

Ovaie protette con gli anticoncezionali di nuova generazione. Il rischio di neoplasia si riduce anche sull’utero

Le nuove pillole contraccettive combinate, a base di estrogeni e progestinici, riducono il rischio di tumore all’ovaio nelle donne giovani. È più che una rassicurazione quella contenuta in un ampio studio pubblicato sul BMJ che dimostra un valore protettivo dell’anticoncezionale femminile orale di nuova generazione e preferito dalle donne di tutto il mondo. I ricercatori dell’Università di Aberdeen e dell’Università di Copenaghen hanno usato un database danese che riunisce informazioni a livello nazionale sulle prescrizioni contraccettive ormonali erogate. Le donne coinvolte nell’indagine sono state divise in tre categorie: quelle che non hanno mai usato la pillola, quelle che la assumevano regolarmente nel periodo di osservazione o la avevano interrotta da meno di un anno e quelle che l’avevano usata in passato e che avevano interrotto l’assunzione da più di un anno.

Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che tra le donne che non avevano mai assunto la pillola si registrava il numero più elevato di casi di cancro all’ovaio, (pari a 7,5 persone per 100mila all’anno) mentre tra le donne che assumevano regolarmente la pillola l’incidenza scendeva a 3,2 per 100mila all’anno. Ma non finisce qui. I ricercatori hanno anche notato che la riduzione del rischio di ammalarsi aumenta con la durata dell’uso dei contraccettivi e che l’effetto protettivo diminuisce con il passare degli anni fino a scomparire del tutto dopo 10 anni dall’ultima assunzione. Basandosi su questi risultati, gli scienziati hanno affermato che la contraccezione orale è capace di prevenire il 21 per cento di casi di cancro all’ovaio. Non una cosa da poco, visto che nel 2020 si stima che quasi 240mila donne in tutto il mondo abbiano ricevuto la diagnosi  di un tumore ovarico e 150mila siano morte a causa della malattia.

Il tasso di sopravvivenza della neoplasia a cinque anni, inferiore rispetto a molti altri tumori, è del 40 per cento in tutto il mondo e varia in base allo stadio della diagnosi. Gli autori dello studio sottolineano che si è trattato di un semplice studio di osservazione, quindi non è stato possibile determinare rapporti di causa-effetto. Per questa ragione saranno necessarie ricerche più approfondite in grado di confermare la protezione offerta dalla pillola anticoncezionale, talvolta finita nel mirino degli scienziati a causa dei suoi effetti collaterali. L’obiettivo degli studiosi era confrontare gli effetti delle moderne pillole anticoncezionali combinate (che contengono estrogeni artificiali e progestinici di vario tipo) con quelli delle vecchie pillole, che contenevano alti livelli di estrogeni e progestinici più datati. Ricerche passate avevano dimostrato che le vecchie pillole erano in grado di proteggere le donne dal carcinoma ovarico, ma non c’erano dati per quelle più recenti. E se sulle vecchie  pillole c’era qualche dubbio, le nuove terapie pare facciano solo bene.