Digitale, lavoro e fisco. Ecco il piano del Governo per rimettere in moto il Paese. Prende forma il Recovery Plan del premier dopo gli Stati generali. La priorità è il dl Semplificazioni

Sono molti i dossier sul tavolo che attendono una risposta: Autostrade, ex Ilva, Alitalia, semplificazioni. C’è da definire, poi, a quanto ammonterà il prossimo scostamento di bilancio per mettere a punto la manovrina di luglio. Il range va dai 10 ai 20 miliardi. Per ora il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, non si sbottona: “Siamo vicini a definire la cifra. Parlo quando le cose sono decise”. La lista è lunga e va definita bene in base all’ammontare delle risorse necessarie a finanziare tutti gli interventi che verranno previsti. Il governo è in ritardo e il premier lo sa. Per questo vuole imprimere una svolta e accelerare. L’ultimo vertice di giovedì sera è stato lungo ma interlocutorio e ha registrato momenti di tensione col Pd che sta aumentando in queste ore il pressing su Giuseppe Conte perché si chiudano in fretta le partite aperte.

Dopo gli Stati generali, il premier aveva promesso di mettersi al lavoro per tradurre in input politici le proposte arrivate dal confronto con le forze sociali e produttive del Paese. E dunque arricchire e ridefinire il piano di Rilancio con cui il governo si è presentato all’appuntamento a villa Pamphilj: 9 macro capitoli tra cui digitalizzazione, imprese e lavoro, giustizia, ambiente, infrastrutture, fisco, sburocratizzazione. Piano di rilancio che costituirà l’ossatura del Recovery plan che l’Italia presenterà a settembre all’Europa. Ma i lavori procedono al rallentatore. Adesso a rivendicare urgenza è il Dl semplificazioni che, nelle intenzioni, dovrebbe essere approvato entro la metà della prossima settimana anche se ci sono ancora dei capitoli aperti.

Non si è trovata una soluzione condivisa nella maggioranza sulle deroghe al codice degli appalti (M5S invoca il modello Genova, il Pd frena), mentre dal ministero dell’Ambiente sarebbero state avanzate obiezioni rispetto alle semplificazioni relative alla valutazione di impatto ambientale dei cantieri. In via di definizione ci sarebbero anche le regole per accelerare sulla banda ultralarga, che dovrebbero entrare nella versione finale del testo. Per quello che riguarda la manovrina di luglio, oltre 10 miliardi sarebbero già prenotati tra scuola, fondi a regioni e comuni, rifinanziamento della Cassa integrazione ed eventuale defiscalizzazione per le imprese che non ricorreranno alla Cig per i propri dipendenti.

Da decidere è se farvi entrare una prima sforbiciata dell’Iva. Sul taglio tanto auspicato da Conte gli alleati rimangono scettici per non dire contrari. Se abbasseremo l’Irpef o l’Iva? “Ci stiamo confrontando prendendo in considerazione tutte le misure economiche necessarie che possono accelerare il rilancio del Paese”, dice il ministro della Giustizia e capo delegazione M5S Alfonso Bonafede. Se il taglio sull’Iva dovesse andare in porto sarà molto probabilmente legato al meccanismo del cashback. Ovvero lo sconto scatterebbe per i pagamenti digitali, con carta di credito o bancomat.

Il numero uno di via XX Settembre per ora rivendica con successo il taglio delle tasse arrivato con la riduzione del cuneo fiscale: “Dal 1° luglio gli stipendi aumenteranno per 16 milioni di persone. Per 4 milioni e mezzo aumenteranno di 100/80 euro netti al mese. Per 11 milioni i vecchi 80 euro arriveranno a 100. Un taglio significativo delle tasse di oltre 7 miliardi l’anno a regime”. E sulla questione Iva dice: tutte le ipotesi sono aperte. A sciogliere gli ultimi dubbi sarà con tutta probabilità un nuovo vertice.