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Disastro “Avanti popolo”. La De Girolamo va a picco ma in Rai la graziano

Il talk "Avanti popolo" è stato battuto tra gli altri anche da Rai4, Top Crime e Iris. Mai così male durante quest’anno.

Pubblicato il 25 Gennaio 2024 di Francesco Carta
Disastro “Avanti popolo”. La De Girolamo va a picco ma in Rai la graziano

Un disastro forse annunciato. Certo è che sembra sempre di andar peggio. Col risultato che il direttore degli Approfondimenti, Paolo Corsini, inevitabilmente non ha più alibi. Come ogni martedì sera, il consueto appuntamento con la quadruplice sfida dell’approfondimento, vede “Avanti Popolo” di Nunzia De Girolamo, che dovrebbe essere ufficialmente giunto alla quattordicesima e penultima puntata, fanalino di coda del prime time.

Il talk “Avanti popolo” è stato battuto tra gli altri anche da Rai4, Top Crime e Iris. Mai così male durante quest’anno

Ma ieri sera il disastro è stato più eclatante del solito. Con ospite Maurizio Gasparri (fra gli altri), e con il suo 1.65% pari a una media di 283.000 individui all’ascolto, “Avanti Popolo” ieri sera non è stato soltanto ampiamente surclassato da “Le Iene” con Veronica Gentili su Italia1 (9.51% – 1.376.000), da “diMartedì” con Giovanni Floris su La7 (7.25% – 1.269.000), da “È sempre Cartabianca” con Bianca Berlinguer su Rete4 (4.90% – 734.000). Ieri si è forse raggiunto il punto più basso per “Avanti Popolo” con 283.000 spettatori pari all’1.6% di share.

Il programma di Rai3 quindi fa peggio dei film “Natale alle Highlands” su TV8 (2.2%), “Breakdown – La trappola” sul Nove (1.8%) e “Atomica bionda” sul 20 (2.3%). Settimana scorsa Nunzia De Girolamo era invece arrivata a 473.000 spettatori (2.9%). No, questa volta il programma della Den Girolamo è stato battuto anche da Top Crime con “FBI Most Wanted” (1.69% – 343.000), da Rai4 con “Black Box – La Scatola Nera” (512.000 – 2.72%), da Iris con “I trecento di Fort Camby” (1.78% – 358.000), dal 20 con “Atomica Bionda” (2.28% – 449.000), e per numero di spettatori anche da La5 con “Stasera arriva Polly” che ha portato a casa, alla miliardesima messa in onda, 288.000 telemorenti. Un disastro totale, dunque. Che in Rai pare si faccia finta di non vedere. E dunque nessuna chiusuara anticipata (al momento), nessun rimprovero. E soprattutto nessun mea culpa.

Eppure ci sarebbe di che lamentarsi. Perché il flop della De Girolamo è solo l’ultimo di una serie. È proprio sulle direzioni di genere, d’altronde, che si registrano le maggiori criticità. Eppure, qualcuno lo ricorderà, proprio nel giorno di presentazione dei palinsesti invernali, i vari direttori avevano sottolineato con grande enfasi l’impegno occorso per lanciare format nuovi di zecca. “Abbiamo 30 nuovi programmi, parecchi talent di varie tipologie tra access prime time e seconde serate. Abbiamo fatto ripartire la macchina aziendale motivandola, coinvolgendola”, aveva spiegato in quell’occasione l’amministratore delegato Roberto Sergio.

L’approfondimento continua a deludere. Viale Mazzini però chiude gli occhi

Una motivazione che, però, sembra essersi già smarrita. I tanti esperimenti e nuovi programmi mandati in onda stanno raccogliendo risultati piuttosto deludenti. Ed è un bel problema, considerando il rumore dei pesanti addii in casa Rai – da Lucia Annunziata a Massimo Gramellini, passando per Fabio Fazio e Bianca Berlinguer – e, soprattutto, il fatto che chi ha trovato casa altrove sta raccogliendo ottimi risultati (vedi “È sempre Cartabianca” su Rete4). Ragionamenti che ovviamente non sono estranei a Viale Mazzini e che rendono il clima piuttosto pesante.

Perché chi l’ha sostituito ha collezionato un tonfo megagalattico. Parliamo del “Provinciale” di Federico Quaranta: l’esperimento di portare un programma di territorio nato per il daytime e trasportarlo – non si sa bene per quale ragione – in prima serata è stato un fallimento che difficilmente, si vocifera in casa Rai, potrà replicarsi. Anche qui i numeri parlano chiaro: al cospetto dell’11% e rotti di Fazio, il programma di Quaranta non ha sfondato mai la barriera del 4% di share ad eccezione dell’esordio. Meglio chiudere gli occhi, però.

di Francesco Carta

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