Cosa ha detto Mattarella nel discorso di fine anno

Il discorso di fine anno 2023 del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in diretta: cosa ha detto il capo dello Stato.

Cosa ha detto Mattarella nel discorso di fine anno

Dai femminicidi alle guerre, dai migranti all’emergenza del lavoro e dei salari: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, passa in rassegna tutte le emergenze e le sfide affrontate nel 2023 e che arriveranno nel 2024 nel suo discorso di fine anno. Il tradizionale messaggio agli italiani della sera del 31 dicembre è stato trasmesso in diretta a reti unificate: il capo dello Stato si è rivolto a tutti i cittadini, più che alla politica, per un augurio in vista del nuovo anno e un bilancio di quello appena terminato. Ecco cosa ha detto il presidente della Repubblica.

Cosa ha detto Mattarella nel suo discorso di fine anno

“Non possiamo distogliere il pensiero da quanto avviene intorno a noi: sappiamo di trovarci in una stagione che presenta tanti motivi d’allarme e, insieme, tante opportunità”, esordisce il capo dello Stato. Che parla della “violenza delle guerre in corso e di quelle evocate e minacciate”. Si parla di Ucraina, “invasa dalla Russia per sottometterla”, della “orribile violenza terroristica di Hamas” del 7 ottobre e della “reazione” israeliana che ha portato a Gaza la popolazione “ad abbandonare le proprie case”. 

“Il rischio concreto è di abituarsi a questo orrore, alle morti di civili, donne e bambini, come spesso accade nelle guerre”, prosegue Mattarella. Che ricorda come “tutto questo accade vicino a noi, nel cuore dell’Europa, sulle rive del Mediterraneo: macerie non solo fisiche che graveranno sul futuro delle nuove generazioni”. 

La guerra, per il presidente della Repubblica, “non nasce da sola” ed è “indispensabile fare spazio alla cultura della pace”: “Parlare di pace oggi è un esercizio di realismo se si vuole cercare una via d’uscita a una crisi che può essere devastante”. Perseguire la pace, secondo Mattarella, vuol dire abbandonare “la logica di concorrenza permanente tra gli Stati”. Costruire la pace vuol dire “prima di tutto educare alla pace”, “nei gesti della vita di ogni giorno e nel linguaggio che si adopera”. 

La violenza di cui parla Mattarella è anche quella “più odiosa sulle donne”, afferma parlando di femminicidi. Con un richiamo anche per la violenza verbale “che si presenta nella rete”, al risentimento “che cresce nelle periferie, frutto spesso dell’indifferenza e del senso di abbandono”. Tutto ciò impedisce di occuparsi efficacemente delle emergenze quotidiane, come “il lavoro che manca”, “il lavoro sottopagato e non in linea con le proprie aspettative e gli studi, il lavoro a condizioni inique, le immani differenze di retribuzione tra pochi super privilegiati e i tanti che vivono nel disagio”, ma anche le liste d’attesa infinite per la sanità. 

Mattarella richiama anche la crisi ambientale e il ruolo centrale delle nuove generazioni. Il capo dello Stato cita anche Papa Francesco quando parla dei diritti per i cittadini, soprattutto di quelli più ai margini. Parlando di giovani e degli studenti, Mattarella fa riferimento ai costi proibitivi degli alloggi per loro nelle città universitarie. Non manca un richiamo sui migranti, verso cui non si deve “volgere lo sguardo altrove”. 

Poi il capo dello Stato parla della tecnologia e dell’intelligenza artificiale che “sta generando un progresso inarrestabile destinato” a cambiare completamente le nostre abitudini. “Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umani, iscritta nella tradizione di civiltà che vede nella persona il pilastro irrinunciabile” in questo “passaggio epocale”, secondo Mattarella. 

Altro diritto fondamentale da esercitare, per il presidente della Repubblica, è quello di voto, che si intreccia alle libertà. Partecipare alle scelte della società è un “dovere di libertà”, “partecipare vuol dire farsi carico della propria comunità”, contribuendo “anche fiscalmente: l’evasione riduce le risorse” per il bene collettivo. L’appello di Mattarella è di ascoltare e partecipare, cercando “con forza quel che unisce, che è la forza della Repubblica: un modo di essere, uno stato d’animo, un atteggiamento che accomuna”. 

Di solidarietà e impegno parla Mattarella facendo riferimento ad alcune delle tragedie di quest’anno, come il naufragio di Cutro o l’alluvione in Emilia-Romagna, parlando della dignità delle popolazioni che hanno aiutato i soccorsi. Ma anche alle ragazze che vogliono “dire basta alla violenza” sulle donne. Il messaggio conclusivo di Mattarella è che “uniti siamo forti”.

Discorso di fine anno: orari e dove vederlo in diretta tv

Come di consueto, il messaggio di Mattarella agli italiani viene trasmesso a reti unificate sulle televisioni italiane. È iniziato alle 20.30 e dovrebbe durare alcuni minuti. È possibile seguire il discorso di Mattarella anche sul canale YouTube del Quirinale e su RaiPlay in streaming.