Disgelo tra Merkel e Tsipras. Ma Atene rischia più di prima. A Londra si punta sull’uscita dei greci dall’euro. E i leader per ora abbassano i toni sulla Troika

Come al solito quello che si vede in superfice non è sempre esattamente quello che accade in profondità. E sulla vicenda del debito greco, quello che accade in profondità è la scommessa di grandi gruppi finanziari sull’uscita della Grecia dall’euro. Nella City di Londra su questo ormai si scommette apertamente. E il legame ai massimi livelli finanziari tra tedeschi e inglesi non è un segreto per nessuno. Alla grande recita dei vertici bilaterali ieri però abbiamo visto una cancelliera Merkel completamente a suo agio con il neo leader di Atene Alexis Tsipras. Dopo aver cavalcato i falchi del rigore che hanno accentuato la crisi ellenica, il quadretto era buono giusto per le foto opportunity. E chi non vuol vedere cosa si sta preparando all’orizzonte. Bruxelles ha dato infatti appena quattro mesi (uno è già finito) prima di eventualmente consentire di rinegoziare il debito con la Troika. E intanto ha sempre bocciato i piani di rifiorme – anche molto duri – fin qui presentati dallo stesso Tsipras. C’è dunque da stare tranquilli?

FRASI DI CIRCOSTANZA
A stare alle cronache ufficiali dobbiamo registrare dunque che la Merkel ha ripetuto per la centesima volta che la Germania ”vuole una Grecia forte economicamente, che cresca e che venga fuori dall’alta disoccupazione”, e in particolare “da quella giovanile”. Ma “questo richiede riforme strutturali e finanze pubbliche solide”. Ma va? Per favorire questo percorso però Berlino fin ora non ha mosso una paglia. Per questo l’accoglienza riservata dai tedeschi a Tsipras (quello che rivendica il pagamento dei danni di guerra) aveva più di una vena ipocrita. Tanto quanto i sorrisi tra i due leader stringendosi la mano davanti ai fotografi. Le differenze di vedute infatti restano tutte. “Non spetta alla Germania valutare il pacchetto di riforme della Grecia, questo è il ruolo dell’intero Eurogruppo” ha detto la cancelliera, come se i falchi non fossero proprio i tedeschi. Mentre il premier greco ha ricordato gli effetti terribili e sociali generati in Grecia da un programma di sostegno ormai alle spalle che “non è stato una storia di successo”. Il governo di Atene si è detto quindi pronto a rispettare gli impegni, realizzare le riforme strutturali e combattere l’evasione fiscale e la corruzione senza dividere l’Eurozona. Anche Tsipras, insomma, formalmente ha cambiato strategia, piegandosi a una Merkel che altrettanto osequiosa davanti lo blandisce, mentre dietro – se serve – si prepara a mollare Atene al suo destino.