Dis…Impegno Civico: lite sulle candidature, salta l’intesa con Agenda Nazionale Civica. E il partito di Di Maio resta senza sindaci

Dis…Impegno Civico: lite sulle candidature, salta l’intesa con Agenda Nazionale Civica. E il partito di Di Maio resta senza sindaci

Altro che Impegno Civico. Il partito di Luigi Di Maio sembra ormai Dis…Impegno Civico. Si sfilano, a pochi giorni dall’intesa, gli amministratori di Agenda Nazionale Civica e il ministro degli Esteri resta senza sindaci.

Motivo? “Il mancato rispetto della dignità politica e la totale mancanza di trasparenza nella gestione di questa difficile fase”, spiegano in una lettera sottoscritta dagli oltre duecento primi cittadini e inviata a Di Maio (che correrà nel collegio di Napoli Fuorigrotta) e a Bruno Tabacci, titolare del simbolo di Centro democratico che ha permesso al partito dell’ex leader M5S di correre alle prossime politiche senza raccogliere le firme.

I sindaci scaricano Di Maio

“Noi non abbiamo mai chiesto seggi sicuri ma soltanto la possibilità di candidare personalità del civismo in territori dati per persi ma contendibili per portare alla coalizione di centrosinistra il nostro contributo di conoscenza e competenza amministrativa”, spiega il coordinatore Alessio Pascucci.

“Tutto questo era stato concordato con Impegno Civico, che evidentemente ha preferito blindare alcune poltrone piuttosto che rispettare gli impegni presi – aggiunge –. Il presupposto di pari dignità e di uguale rappresentanza con i quali abbiamo avviato questo complesso processo, principi da voi inizialmente sostenuti con grande entusiasmo, sono stati completamente disattesi”.

Specchietto per le allodole

E non è tutto: “Non ci avete consentito di prendere parte agli incontri di coalizione per la definizione degli accordi bilaterali, abbiamo avuto notizie frammentarie e incomplete (spesso da altri membri della coalizione) e soprattutto non c’è stato il coinvolgimento di nessuna delle figure di grande rilievo messe a disposizione del partito e della coalizione – prosegue il j’accuse –. Ogni volta che ci sono delle elezioni sovracomunali, qualcuno tenta di rifarsi il trucco usando il civismo, gli amministratori locali e quelle comunità che davvero lottano ogni giorno nei territori”.

Insomma i sindaci usati come “specchietto per le allodole”, rincara la dose Pascucci, e “come paravento a qualcuno che non ha trovato spazio nei partiti tradizionali e deve inventarsi un modo per riciclarsi”.

Prima dell’affondo finale: “Eravamo stati chiari fin dall’inizio: questa politica non ci interessa e non prestiamo certo il fianco, i nomi, i volti e la nostra credibilità per assicurare una poltrona a questo o a quel politico rimasto senza casa”.