Domani a Teheran il vertice tra Putin, Erdogan e Raisi

I presidenti di Russia, Turchia e Iran si incontreranno martedì 19 luglio a Teheran per un vertice su Siria e Ucraina.

Domani a Teheran il vertice tra Putin, Erdogan e Raisi

I presidenti di Russia, Turchia e Iran, Vladimir Putin, Recep Tayyip Erdogan e Ebrahim Raisi, si incontreranno martedì 19 luglio a Teheran per un vertice sulla Siria e per colloqui bilaterali nel contesto del conflitto in Ucraina.

Siria e Ucraina, domani a Teheran il vertice tra i presidenti di Russia, Turchia e Iran

Russia, Turchia e Iran negli ultimi anni si sono incontrate nell’ambito del cosiddetto ‘processo di pace di Astana’, a conclusione di un conflitto durato oltre 11 anni. Tutti e tre i Paesi sono coinvolti in Siria, ma Russia e Iran sostengono il regime di Damasco, mentre la Turchia ne supporta i ribelli.

Il vertice di domani arriva nel momento in cui il presidente turco Erdogan ha minacciato di lanciare una nuova offensiva nel nord della Siria contro i militanti curdi. L’Iran, che ospita l’incontro, ha già avvertito che qualsiasi azione militare turca in Siria potrebbe “destabilizzare la regione”.

Il summit di Teheran consentirà, inoltre, a Erdogan di tenere il primo meeting con Putin dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina lo scorso febbraio. Il presidente turco per mesi si è offerto di incontrare l’omologo russo nel tentativo di contribuire a risolvere le crescenti tensioni globali. La Turchia ha lanciato una serie di attacchi in Siria fin dal 2016 per colpire le milizie curde e gruppi jihaidisti dello stato islamico, oltre a forze leali al presidente siriano Bashar al-Assad.

Erdogan ha pianificato un’offensiva militare contro combattenti curdi che Ankara considera terroristi. Fra questi figurano le Ybg, appoggiate dagli Stati Uniti e che costituiscono una parte cruciale della coalizione internazionale schierata contro lo Stato islamico in Siria. Il governo siriano ha ripetutamente condannato le minacce turche di nuove incursioni. Secondo alcuni analisti, Ankara cerca il via libera di Mosca e dell’Iran prima di lanciare l’operazione.

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