Dopo quattro giorni in calo la curva torna a salire. Nelle ultime 24 ore 4.492 contagi e 662 decessi in più. A Milano crescita significativa. Ma non è escluso l’accumulo di tamponi

La curva è in calo, anzi no. Dopo quattro giorni – da domenica a mercoledì – il trend dei contagi è tornato a salire ma a causare la nuova impennata, oltre un aumento significativo dei malati in Lombardia, potrebbe essere stato un accumulo di tamponi. Fatto sta che questa sera, nel corso del consueto incontro, tenuto ancora dal vice capo della Protezione civile, Agostino Miozzo (nella foto), essendo convalescente (e negativo al Covid-19) Angelo Borrelli, è stato segnalato un aumento di nuovi positivi al Covid-19: +4.492 in ventiquattrore (mercoledì erano 3.491, martedì 3.612, lunedì 3.780 e domenica 3.957). Per complessivi 62.013 malati che, sommando i guariti e i deceduti, raggiunge quota 80.539 (qui la mappa dei contagi).

Sono 8.165 i morti con un aumento, rispetto a mercoledì, di 662 decessi (era di 683). Per quanto riguarda i pazienti guariti, sono 10.361 con un aumento di 999 unità rispetto a mercoledì, quando era stato di +1.036. Sono, invece, 3.612 i malati più gravi ricoverati in terapia intensiva (123 in più). Di questi, 1.263 si trovano in Lombardia. Degli oltre 62mila positivi, 24.753 sono ricoverati con sintomi e 33.648 in isolamento domiciliare. La provincia di Milano è la zona che ha fatto registrare il maggior numero di nuovi contagi (+848, mercoledì erano +373). “I dati sono purtroppo in crescita, una crescita anche significativa. I nuovi decessi legati al coronavirus in Lombardia sono 387, dato che porta il totale a 4.861” ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, aggiungendo che nella sua regione, solo ieri, c’è stato un aumento di 2.543 positivi.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 22.189 in Lombardia, 8.850 in Emilia-Romagna, 6.140 in Veneto, 5.950 in Piemonte, 2.795 nelle Marche, 2.973 in Toscana, 2.027 in Liguria, 1.835 nel Lazio, 1.169 in Campania, 1.094 nella Provincia autonoma di Trento, 1.095 in Puglia, 954 in Friuli Venezia Giulia, 791 nella Provincia autonoma di Bolzano, 1.095 in Sicilia, 860 in Abruzzo, 770 in Umbria, 378 in Valle d’Aosta, 462 in Sardegna, 372 in Calabria, 133 in Basilicata e 81 in Molise.

“E’ importante che ci sia un rallentamento della curva – ha detto nel corso della conferenza stampa Miozzo – ma non possiamo aspettarci un’improvvisa diminuzione. Dobbiamo osservare nei prossimi giorni gli effetti delle decisioni prese, stiamo già analizzato la ragione del piccolo incremento di oggi. L’ipotesi è che ci sia stato un accumulo di risultati di tamponi fatti nei giorni precedenti. Ma la cosa importante è la velocità di incremento della curva che apparentemente sembra rallentare”.

Prosegue, anche se molto lentamente, l’analisi delle cartelle cliniche dei deceduti da parte dell’Istituto superiore di Sanità (che questa mattina terrà una conferenza stampa a Roma). Su 514 casi analizzati solo 7 (pari al 1,4% dei decessi) non aveva altre patologie, oltre ad aver contratto il Covid-19, mentre il 51,2% (263) ne aveva 3 o più. Il Coronavirus continua a mietere vittime tra i medici: 40 quelli deceduti finora, oltre 6mila gli operatori sanitari contagiati, 144 i medici di base contagiati solo a Bergamo.

L’evoluzione dell’epidemia è oggetto anche di uno studio – matematico più che epidemiologico – da parte degli analisti dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf) secondo cui il picco sarebbe “vicinissimo” e si presenterà “molto largo, una sorta di plateau”. Ma, spiega dall’Inaf Fabrizio Nicastro, “se un’altra regione importante dovesse esplodere è chiaro che la curva si rialzerà”. E secondo uno studio di Gianguglielmo Zehender della Statale di Milano, pubblicato sul Journal of medical virology, il virus ha iniziato a circolare in Europa, in particolare in Germania, a fine gennaio, cioè molto prima che emergessero i primi casi a Codogno.